The Amazing Spiderman: Impressioni a caldo di un vecchio fan
Sto scrivendo questa recensione pochi minuti dopo l’uscita dal cinema e sono ancora nel dubbio se inserirla all’interno della mia rubrica dei film horro trash visto il risultato finale.
Per carità, si sa che accettare l’arduo incarico di donar nuova linfa ad un eroe per il tramite di un assurdo reboot puramente commerciale è sinonimo di coraggio, ma il dubbio che mi pervade in questo momento è che il buon Marc Webb (scelto probabilmente per lo più per il suo cognome che per le doti di regista) abbia toppato.
Bene o male la nuova pellicola dedicata a Spiderman non è inguardabile, in particolare la prima parte cerca di dare maggiore profondità ad alcuni personaggi che nella precedente trilogia non avevano avuto il giusto spazio.
Mi riferisco in particolar modo a Zio Ben (Martin Sheen che torna in un film di supereroi probabilmente per espiare la colpa di aver partecipato al cast di Spawn) e Zia May che finalmente non sono rispettivamente relagati al ruolo di rapido dispensatore di banalissimi proverbi sul punto di morte e ad anziana spaccaballe.
Qui gli zii Parker hanno un ruolo piuttosto attivo durante la genesi dell’alterego aracnideo, peccato però che il tutto vada sfumando da metà film in poi.
Chi promette bene sin dall’inizio, per poi deludere a causa di un pessimo plot, è il buon Peter Parker che, inaspettatamente, risulta ben interpretato da Andrew Garfield. Intendiamoci, siamo lontani anni luce dall’idea del fumetto originario, e mi spiace molto che quel briciolo di spirito da reporte che Raimi era stato in grado di affibbiare al peronaggio qui si sia perso sin dal principio.
Tornando a Garfield posso solo dire che la recitazione è sempre credibile, mai troppo macchietta (difetto che invece ho riscontrato in quella del suo predecessore Maguire) e il personaggio, sotto il profilo puramente estetico, funziona.
Altro punto a favore è la fisicità dell’attore, davvero perfetto nella sua incredibile magrezza per vestire i panni dell’arrampicamuri.
Complice un’attentissima ricerca da parte della regia, in più di un’occasione si riconoscono nelle gesta di Garfield pose degne di numerose copertine di Ultimate Spiderman, e il risultato non può che essere gradito dai fan della serie.
E allora cosa non funzione in questa nuova incarnazione del più celebre eroe Marvel?
Già perché fin tanto che non è ricoperto di squame, il dottor Connors attinge qua e là dai ruoli precedentemente già visti nelle pellicole di Raimi. Quando ragiona ricorda il dotto Octavius, quando sclera pare Norman Osborn e infine, al termine della mutazione se ne esce fuori con un personaggio piattissimo.
Se poi guardiamo al lato puramente estetico mi permetto di dire che personalmente non ho apprezzato molto il restyiling del personaggio che ha subito un’eccessiva umanizzazione dei tratti (forse per renderlo più credibile rispetto alla controparte cartacea) perdendo però il 90% del fascino (scordiamoci di vedere un uomo lucertola, questo somiglia più agli alieni di Signs).
Mi sorge anche la più che spontanea domanda su chi abbia curato i costumi dei protagonisti perchè tutti, ma proprio tutti, paiono vestire abiti in liena coi tempi (Parker è perfino un po’ emo) mentre Gwen Stacy sembra uscita da una puntata di Happy Days….mah!
Su quest’ultimo punto mi esprimo ma chi legge tenga conto che il sottoscritto, a causa di un pesante difetto di vista che affligge la maggior parte dei Nerd soffre di ipermetropia e trova alquanto complicata la visione steroscopica.
Ciò nonstante si apprezzano alcune scene, per lo più perchè ricalcano appieno le vignette dei comics, mentre dopo le prime tre inquadrature in soggettiva ci si stufa e ci si chiede se i seggiolini del cinema prima o poi inizieranno a muoversi in sincrono con le immagini visto che l’effetto ricorda molto il cinema dinamico di Gardaland.
Personalmente, nonostante le numerose critiche espresse nei vari blog, non ho trovato mal realizzato il costume, diverso sì, con le scarpine comprate al footlocker, ma tutto sommato adatto all’atmosfera futuristica che, fatta eccezione per il personaggio di Gwen Stacy, il regista ha dato al suo lavoro. Ho poi apprezzato infinitamente il ritorno al lanciaragnatele, esamotage che, oltre a rendere il personaggio più fedele al fumetto, permetta anche di dare un paio di spunti in più alla trama.
In definitia queste sono le impressioni di un grande fan del fumetto, quello che in Italia è arrivato per il tramite della casa editrice Corno (!) giusto per capire l’età di chi scrive.
Sono convinto che i ragazzini impazziranno dietro all’ennesimo blockbuster ma i fan di Raimi e del fumetto, tanto l’originale quanto l’ultimate, difficilmente apprezzeranno il lavoro fatto da Webb e soci.
Attendo le vostre flammate nerdaioli!
Pubblicato in contemporanea su schermosplendente