[more]Ciao a tutti. Scusate le due righe pre-introduttive, ma pensavo di prendermi questo spazio per dirvi che questo è il mio primo articolo che sono orgoglioso di aver preso la voglia di scrivere su LN visto che vi seguo da molto tempo :D
Ma andiamo ad incominciare: mi è stato chiesto di fare un articolo sul cinema digitale, un excursus, ed eccolo qua.[/more]
[title]When: Storia del Cinema[/title]
[i]28 dicembre 1895[/i]
Prima proiezione dei Fratelli Lumière
[i]1899[/i]
Edison brevetta il Cinetografo ed il Cinetoscopio. La prima cinepresa ed il primo proiettore
[i]1915[/i]
D. Griffith gira: Birth of a Nation, primo kolossal hollywoodiano che sancisce la nascita delle regole grammaticali del cinema.
[i]Anni ’20 &’30[/i]
Nasce lo Star System e lo Studio System hollywoodiano. In Europa il cinema si espande tra espressionismo e materialismo dialettico. E’ l’epoca di Chaplin, Ėjzenštejn (La Corazzata Potëmkin) e Fritz Lang (Metropolis)
[i]1923[/i]
Nasce la Walt Disney ed il cartone animato (1937 per Biancaneve ed i sette nani)
[i]1927[/i]
Il cantante di jazz: primo film sonoro lanciato dalla Warner che (senza rischiare nulla visto che era in bancarotta) decise di produrlo contro ogni aspettativa
[i]Anni ’40-’50[/i]
E’ l’epoca d’oro del western. Di Bogart, Capra, Bergman e Welles.
[i]Anni ’50-’60[/i]
Le nuove leve criticano l’ipocrisia bigotta dell’America per bene. Nelle grandi nazioni nascono vari stili cinematografici. La TV ruba gli spettatori ed il cinema si rinnova per necessità.
Nasceranno le stelle fisse del nuovo firmamento: Kubrick, Woody Allen, Scorsese, Coppola, Kurosawa, Fellini, Antonioni.
Il cinema si espande nel mondo. Bollywood, cinema Giapponese.
[i]Anni ’70[/i]
In America nasce il cinema di puro intrattenimento: è l’epoca di Spielberg e Lucas. Mentre in Europa il cinema arranca sotto la scure di Hollywood, dandoci la nouvelle vague e i cinema nazionali. In America si inizia ad usare il digitale con Star Wars, Jurassic Park, Ritorno al futuro e Chi ha incastrato Roger Rabbit
[i]Anni ’80-’90[/i]
Canto del Cigno del cinema classico. Si moltiplicano a dismisura i film prodotti nel mondo.
E’ l’epoca dei Tarantino, Fincher, Herzog. Ma anche dei grandi film indipendenti americani, cinesi, thailandesi. Il Digitale si sta espandendo.
La rivoluzione digitale è in atto. Lucas l’ha avviata con i suoi Star Wars. Ha fatto nascere la prima industria di effetti speciali: la Industrial of Light and Magic (ILM). I computer invadono i campi di tutta la produzione digitale.
Internet inizia ad avere un tremendo impatto nella società
[i]1995[/i]
Toy Story è il primo lungometraggio d’animazione completamente sviluppato in grafica computerizzata.
[i]2003[/i]
La coesione tra cinema digitale, proiezione digitale IMAX, internet e globalizzazione sono concentrate in un unico grande evento.
The Matrix – Revolutions viene lanciato in contemporanea mondiale dando l’avvio ad un nuovo modello economico.
[i]2007[/i]
Zodiac è il primo film prodotto, girato e distribuito interamente in digitale.
[i]2009[/i]
Avatar di Cameron sviluppa la tecnologia 3D. Il Cinema Hollywoodiano entra in crisi economica. Si punta sul sicuro con i seguiti, reboot, o spezzando le storie in più parti.
[title]Who, What, Where & Why del Cinema Digitale[/title]
Attorno alla fine del 1980, la Sony costruisce la prima cinepresa con sensore CCD. Sostituisce le classiche cineprese a triplo tubo catodico portando un vantaggio in termini di dimensioni e peso non indifferenti. Questo, però, è stato l’unico guadagno per un bel po’ di anni perchè si dovette aspettare il 2002 per vedere cineprese digitali lavorare in alta qualità. Once Upon a Time in Mexico di Rodriguez fu girato interamente con una cinepresa digitale sotto consiglio di Lucas mentre montavano Spy Kids 1 allo Skywalker Ranch.
Con l’incredibile rivoluzione digitale avvenuta nei recenti anni, i media si sono stravolti, i costi differenziati e abbattuti. Dalle cineprese da 200.000$ a pellicola si passa a quelle da 19-20.000$ (ottiche escluse).
La linea di confine dettata dalla materia è stata scavalcata dal bit e la contaminazione tra i media è avvenuta per necessità. Ora il cinema si trova su un nuovo promontorio, aperto dall’incessante sviluppo tecnologico.
[title]Le principali differenze tra cinema digitale e analogico[/title]
1) L’assenza di materia
[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_045298.jpg[/image]
Image courtesy of Adakin Productions
Il film è indubbiamente associato a due strumenti: il ciak e la pellicola. Quest’ultima risulta essere la brillante invenzione di Mr. George Eastman (futuro fondatore della Kodak) che, assieme a Edison e al consorzio degli editori di film, creò lo standard 35mm. Questi prevedeva 4 perforazioni per fotogramma (i forellini accanto alle pellicole), affinché le macchine da presa e da proiezione potessero far scorrere il nastro con un meccanismo inserito nelle macchine da presa denominato pinza.
La pinza, sincronizzata con l’otturatore affinché risulti chiuso quando la pellicola si muove, trascina la pellicola che si impressiona (nella cinepresa) o viene illuminata (proiettore). Tra le perforazioni e il fotogramma si possono vedere le tracce audio, sinusoidi impresse sempre sulla pellicola ma lette in maniera diversa. La tecnologia sonora sviluppata da Ray Dolby (creatore del sistema sonoro Dolby) permetteva che la traccia audio (ottica in quanto curva impressa su pellicola) venisse illuminata da una speciale lampadina ed il fascio di luce colpisse una superficie che trasformava il segnale ottico in elettrico. Il segnale veniva amplificato, generando così il suono.
Il cinema digitale sostituisce tutto questo. La materia scompare e l’immagine ripresa viene impressa su un sensore digitale che converte tutto in segnale elettrico (0 & 1).
Cosa succede quindi? Che con una pellicola analogica, si ha un segnale modulato e continuo. Le prime digitalizzazioni del segnale, cui la tecnologia permette la conversione, riesce solamente a produrre un segnale discreto. Cioè una sommatoria più o meno precisa di ciò che può essere visto in realtà (in quanto un segnale digitale non è mai continuo ma quantizzato).
Mentre immagini a pellicola sono ricostruite in base alla maggiore qualità dei composti chimici sulla pellicola, quelle digitali sono ricostruite in basa alla qualità del sensore e a quanti più dati possono essere catturati.
Oggi (2011) la tecnologia digitale permette di catturare informazioni in maggiore quantità rispetto ad una pellicola grazie alle nuove telecamere con sensori che registrano sino a 4k (cineprese RED-ONE, inventata da un incazzato Jim Jannard, fondatore della Oakley, dopo che la sua SONY Z-3 non garantiva gestibilità coi codec sul suo Mac, e ARRIFLEX DIGITAL)
Praticamente oggi la quantità di informazioni presenti in un’immagine catturata con pellicola 35mm è inferiore rispetto ad una ripresa con cinepresa digitale professionale.
Tuttavia un’immagine non è solo risoluzione. E’ anche gamma dinamica (ovvero tutto ciò che coinvolge colore, profondità, esposizione, contrasto e tutti i fattori relativi alla produzione di un’immagine.)
Ad un occhio allenato a vedere (per chi volesse approfondire rimando alla scuola della Gestalt), la vista di un’immagine girata in pellicola risulterà (a parità di fattori) migliore rispetto ad una girata in digitale per via della struttura caotica data dai sali argentati presenti sulla pellicola. La disposizione casuale di questi composti genera un fattore variabile nella proiezione denominata “grana” che incide vistosamente sul film.
Nelle riprese digitali questa grana è fissa perchè generata sempre da un unica matrice che è il sensore ottico (uno ed unico mentre in pellicola i fotogrammi sono tutti diversi e ogni fotogramma ha la sua grana)
2) il tipo di sensore
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Il cinema digitale ruota tutto attorno ai sensori che le cineprese montano. La necessità principale è la quantità di informazioni presenti in un immagine. Più il sensore è potente e grande, più l’immagine sarà fornita di dati.
I sensori si dividono in due tipi: [b]CCD e CMOS[/b].
Il CCD (Charge-Coupled Device) è un circuito integrato in riga o a griglia che permette l’accumulo di carica elettrica e l’invio di essa ad un dispositivo, tramite segnale temporizzato, i cui impulsi possono essere convertiti in segnale elettrico e, successivamente, in matrice di pixel (riproducendo fedelmente l’immagine proiettata sul sensore). Il segnale elettrico viene convertito successivamente in segnale digitale, quindi file.
Il CMOS (complementary metal-oxide semiconductor) è una tecnologia sviluppata sulla base MOSFET: cioè un transistor MOS ad effetto di campo (FET= field effect transistor). Circuito integrato dedito al controllo della conduttività elettrica, il MOSFET è la base del CMOS in quanto, in elettronica digitale, il CMOS non dissipa corrente perchè spento (idealmente).
Nell’elettronica di consumo è una tecnologia ampiamente utilizzata perchè consente risparmio notevole nei costi di produzione.
Nell’ambito professionale, questa struttura è utile perchè gestisce direttamente i segnali digitali instradandoli sui vari livelli logici e, tarati correttamente, possono correggere il rumore (anche se il ccd è sempre migliore nella riduzione del noise). La produzione dei due sensori influenza anche la resa.
Un CCD è sviluppato per portare un segnale dal diodo al device in maniera “lossless” mentre un CMOS è fatto di transistor sotto uno strato di pixel e la luce colpisce molto spesso i transistor invece che i diodi ricettori generando un’immagine meno accurata. Le cineprese professionali di solito montano un 3CCD o 3CMOS in base alle richieste dei registi e del mercato.
Stranamente sia RED che ARRIFLEX montano CMOS per poter gestire l’enorme flusso di dati di un 4k, ma comunque sono sensori fatti su misura per cineprese professionali (20.000$ in su). Un CMOS professionale legge il fotone e non trasferisce la carica elettrica (CCD) ma il voltaggio di ogni singolo pixel e lo amplifica nella memorizzazione (con una risoluzione di 3k x 2k)
Quindi, se dovete comprarvi una compatta scegliete il CCD ^^
3) Codec & Postproduzione
Un grande problema attuale sono le infinite codifiche delle riprese. Ogni camera ha il suo standard e cerca di imporlo nella ripresa e nella proiezione costringendo le case di produzione a editare le riprese solo con tecnologie proprietarie. Mentre prima bastava una sala montaggio dove veniva sviluppata ed editata la pellicola, ora esistono cubicoli occupati da supercomputer dove la postproduzione viene fatta in maniera ancora più industriale e con macchine dedicate a gestire i vari formati.
I codec variano dai formati RAW-LOSSLESS senza compressione, ai codec più comuni quali l’avi o l’mpeg.
L’mpeg è un codec “standard” (in un ambiente dove uno standard non esiste più) tra la miriade di quelli presenti soprattutto perchè si è imposto nel video-cd e nella musica. Più si vuole la qualità più ovviamente si sale nella quantità di dati ed i file raw sono file senza perdita di dati, nel senso che quello che è stato ripreso non è convertito da nessun codec nella cinepresa e, per gestirlo, servono software e hardware con capacità di elaborazione di una mole di dati molto ingente.
Al cinema tutto dipende dalla camera con cui si è girato (parlando di resa tra i vari digitali ovviamente, sono contrario a ciò che è definito standard perchè se voglio girare film in DV non mi faccio tanti problemi se la resa che mi da la DV è quella che voglio) ma si cerca di proiettare stando sui 4k di risoluzione; che è il doppio del FullHD odierno con l’assenza di codifica che rende l’immagine molto più pregnante e gradevole. Oltre che ad una post-produzione massiccia che, nei blockbuster, fa la differenza.
Tralasciando gli oltre duecento codec disponibili sul mercato, senza contare quelli professionali, il discorso si sposta sulll’introduzione del digitale in maniera massiccia nella postproduzione.
Con il cinema analogico si cercava di dare una resa qualitativa molto elevata durante le riprese. La fotografia era studiata nei minimi dettagli e la disposizione delle luci variava sensibilmente in base a ciò che si voleva vedere sullo schermo. Il ruolo del direttore della fotografia era importantissimo. Ora che tutto è editabile a computer, si richiede meno elaborazione di fotografia sul set (optando per una fotografia “standard”) per andare invece ad agire sull’immagine in post. I macchinari adibiti sono molteplici e vanno dalla color correction fatta tramite pad ipersensibili alla pulizia e rimozione del rumore fatta pixel per pixel.
4) Cineprese
Di recente si è aperta una guerra tra [b]Reflex e cineprese[/b]. Rimuovendo dal conflitto problemi di terminologia (quindi non si parla di videocamere o di telecamere) rimane da gestire il problema “con cosa lavoro”.
Hollywood usa ancora cineprese a pellicola e digitalizza tutti i film salvo riconvertirli per le proiezioni. Molti film ora sono girati completamente in digitale rendendo inutile un simbolo del cinema: il ciak (che serviva per fermare lo spreco di pellicola), abbattendo i costi e facilitando le produzioni.
Ma tra gli indipendenti che sanno cercare una resa visiva il grande abisso era per l’uso delle ottiche. Fino a pochi anni fa solo i grandi set avevano a disposizione un parco ottiche ampio da coprire ogni esigenza artistica. Con l’introduzione delle reflex digitali a ottica intercambiabile e cineprese digitali con ottica intercambiabile, la guerra si apre. Red e Arriflex si sivluppano per il cinema ed ogni suo mercato. Canon sfonda Hollywood con la sua C300 e Panasonic commercializza una stupenda 101. Tutte con il desiderio di ogni regista: le ottiche intercambiabili (a prezzi assurdi, ma vabbè questa è una spesa a parte ^^)
Meglio una macchina fotografica che fa video oppure una cinepresa che fa foto (nel senso che la RED e ARRIFLEX fanno 10.000frame al secondo e in un editor come Final Cut o Avid le sequenze sono sequenze di immagini tipo *.png) ?
Sono più per la seconda, in quanto gestisce i rallenty in maniera incredibile
[title]Conclusioni[/title]
In sostanza un film digitale oggi ha la possibilità di competere con la qualità di un film girato in pellicola seppur ci sono alcune migliorie da fare.
La rivoluzione digitale ha portato ad uno stravolgimento del mercato del cinema dando mezzi accessibili a tutti per fare film. Si sono moltiplicate le possibilità e il caos che ne genera è incredibile. Bisogna sapere con cosa si ha a che fare e come utilizzare a proprio vantaggio ogni tecnologia e risorsa per il proprio scopo.
Non si sa bene come si orienterà il mercato. Grandissime produzioni a basso costo per guadagni multimilionari (Pirates of the Carribean 4 è costato 250 Milioni di dollari e ne ha guadagnato 1.4 Miliardi) e produzioni indipendenti di altissima qualità ma la cui visibilità resterà forse fuori dal circuito blockbuster tranne rare eccezioni? Non sembra cambiare nulla da quello che vediamo ora al cinema. Forse internet verrà in aiuto agli indipendenti dando più visibilità con un ring di siti che già è online.