Ogni disciplina (così come ogni corrente letteraria o artistica) ha degli snodi principali che tutti coloro che si interessano della materia dovrebbero conoscere: questo vale anche per la storia degli [tag]scacchi[/tag], sebbene la conoscenza di partite storiche abbia più un carattere aneddotico che una vera e propria valenza didattica.

Il motivo è semplicemente che l’analisi minuziosa che ha investito il gioco degli scacchi (magari ne avete sentito parlare: l’analisi suddivisa in [i]apertura, medio-gioco, finale[/i]) oggi ci mette in guardia dal compiere mosse “azzardate”: le stesse mosse che fino ai primi anni del ‘900 differenziavano un giocatore creativo da un giocatore “prevedibile” oggi vengono considerate mosse sciocche, in quanto gli svantaggi che una mossa azzardata ci arreca sono di gran lunga più grandi dei piccoli vantaggi dovuti all’effetto sorpresa.

Un tempo infatti non esistevano libri sugli scacchi, che permettevano a chiunque di sapere a priori quale fosse la migliore risposta ad una determinata mossa: oggi, al contrario, si suol dire che una determinata mossa è teorica, il che significa che se non fai ESATTAMENTE quella mossa stai sbagliando!

Tale evoluzione del gioco degli scacchi porta a “rivivere” le vecchie partite (e i vecchi errori di scacchisti leggendari) con un velo di nostalgia e a definire il modo di giocare a scacchi che va dal 1700 alla fine dell’800 come il modo “romantico” di giocare a scacchi, oggi purtroppo (o per fortuna) andato perduto: oggi non si assiste più a mosse coraggiose, a sviluppi improvvisi della partita.. oggi il gioco degli scacchi è COMPLETAMENTE posizionale, e si sta ben attenti a concedere all’avversario il misero vantaggio di un insignificante pedone perché, durante il finale, quel misero vantaggio significherà quasi matematicamente la sconfitta.

Torniamo un attimo al passato: un tempo ogni giocatore, da buon autodidatta, prendeva dal proprio maestro tutti i possibili consigli/trucchi e poi iniziava ad imparare sul campo, giocando contro avversari sempre più forti e questo faceva sì che, praticamente, ogni partita era diversa fin dalle prime mosse (oggi, al contrario, le partite sono tutte uguali per le prime 15-20 mosse, definite appunto “teoriche”, e solo dopo che si è esaurita la teoria su una determinata apertura comincia la partita vera e propria..)

Quella che vi propongo nel video è forse la partita di scacchi più importante della storia, e vi riporto la definizione che ne da wiki:
[quote]L’immortale è una partita di scacchi che venne giocata il 21 giugno 1851 a Londra da Adolf Anderssen e Lionel Kieseritzky. I coraggiosi sacrifici che assicurarono la vittoria ad Anderssen ne hanno fatto una delle partite più famose di tutti i tempi; egli sacrificò infatti entrambe le torri e la donna dando poi scacco matto all’avversario con i tre pezzi minori rimasti.[/quote]

Per gli interessati, che volessero analizzare la partita alla luce delle conoscenze moderne sul gioco degli scacchi, la pagina di wiki è fatta abbastanza bene. ;)

Fonte: io.
[url=http://it.wikipedia.org/wiki/L’immortale_(scacchi)]Wiki[/url], per approfondire.
Qui sotto anche un video, in inglese, con l’analisi della partita.
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