L’Atacama Cosmology Telescope conclude la missione e diffonde i suoi ultimi risultati
L'importanza delle missioni spaziali da Terra accanto ai voli di navicelle e satelliti, ecco cosa si sta cercando dal Cile.

La missione Atacama Cosmology Telescope (ACT) ha concluso la sua missione di vent’anni. Le missioni nello spazio si eseguono anche da Terra, esplorando pezzettino per pezzettino il cielo. Il telescopio ACT è situato a Cerro Toco, nel deserto di Atacama in Cile.
Sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics sono stati pubblicati tre articoli dall’ACT. I risultati conclusivi delle misurazioni confermano la tensione di Hubble, rilevano delle novità sul tasso di espansione misurato su scale cosmologiche. I nuovi dati escludono numerosi modelli teorici alternativi, aprono a nuove direzioni di ricerca. In futuro, si miglioreranno molte mappe ad alta risoluzione del cosmo, soprattutto quelle relative alla sua polarizzazione.
Ecco che cosa racconta Thibaut Louis, dell’Université Paris-Saclay e CNRS/IN2P3. Innanzitutto, è la prima volta che un nuovo esperimento raggiunge lo stesso livello di capacità osservativa di Planck. Planck è un satellite gestito dall’ESA, Agenzia Spaziale Europea. Fu lanciato nel 2009 per mappare la CMB, sigla che indica la radiazione cosmica di fondo.
Dal satellite Planck all’Atacama Cosmology Telescope: lo studio sulla luce fossile dell’Universo e sulla sua espansione
Questa radiazione è l’archeologia dell’Universo, una luce fossile emessa nelle prime fasi di evoluzione cosmica. Grazie alla CMB possiamo ancora calcolare l’età e la geometria dell’Universo primordiale, conoscere la sua composizione. Non è facile calcolare e comprendere i miliardi di anni più antichi della storia spaziale. E di fatto, Thibaut Louis afferma che Planck ha lasciato alcune lacune che l’Atacama Cosmology Telescope doveva colmare. Questo telescopio terrestre è stato posizionato a 5000 metri di altitudine nel deserto. Colin Hill, cosmologo della Columbia University e coautore negli articoli, racconta l’importanza della tensione di Hubble. Questa misurazione è la prova dell’Universo in espansione. In che maniera si espande lo spazio e come ci coinvolge?
“I nostri nuovi risultati dimostrano che la costante di Hubble dedotta dai dati ACT CMB concorda con quella di Planck, non solo per quanto riguarda i dati sulla temperatura, ma anche per quanto riguarda la polarizzazione, rendendo la discrepanza di Hubble ancora più solida. Questo potrebbe sembrare un problema ancora più grande, ma in realtà è una scoperta cruciale: gli scienziati ora sanno che c’è davvero un problema con il modello che utilizziamo per descrivere l’Universo, che presuppone che il tasso di espansione misurato dagli oggetti vicini rimanga invariato”.