Nidi sul fondale antartico: cosa ha visto il robot Lassie
Sapevi che in Antartide esistono pesci di ghiaccio capaci di creare vere e proprie società sottomarine e quartieri organizzati?

Anche i pesci possono essere animali sociali e organizzati come le api, le formiche, i delfini, i leoni e via dicendo. I Lindbergichthys nudifrons sono pesci di ghiaccio che vivono in nidi in un ambiente marino caratterizzato da ghiaccio e temperature estreme. Sono stati scoperti e studiati da un team di scienziati durante un’esplorazione in Antartide, nel Mare di Weddell occidentale. I ricercatori hanno individuato i nidi di questi pesci disposti sul fondale marino in schemi geometrici.
La ricerca è stata pubblicata su Frontiers in Marine Science, la spedizione di Weddell risale al 2019. Serviva per studiare l’ambiente marino sotto la piattaforma di ghiaccio Larsen C, un’esplorazione importante perché mirava anche a localizzare il relitto dell’Endurance di Sir Ernest Shackleton.
La scoperta dei nidi dei pesci di ghiaccio è avvenuta con i ROV (robot sottomarini telecomandati) e gli AUV (veicoli autonomi). Il distacco di un iceberg nel 2017 ha aperto una nuova area marina per la ricerca, coperta da oltre 200 metri di ghiaccio. Sono stati trovati oltre mille nidi circolari, sorvegliati da una sorta di pesce vedetta, il tutto ricoperto da fitoplancton.
Grazie ai nidi dei pesci di ghiaccio nasce una nuova area marina protetta, potrebbe diventare l’area più riproduttiva del pianeta
I pesci di ghiaccio sono territoriali e strutturano dei veri e propri quartieri sottomarini organizzati. Ognuno presenta aree periferiche destinate alle uova, mentre al centro vivono i pesci più grandi per difendere il gruppo. Gli scienziati parlano di un esempio di “branco egoista”, dove si collabora e si adottano strategie di autoconservazione.
Questa scoperta è così importante che il Mare di Weddell verrà ulteriormente trasformato in Area Marina Protetta. Lì si tutelano già pinguini e foche con la loro catena alimentare. I pesci di ghiaccio ne fanno parte, ma sono anche animali essenziali per studiare la biologia marina e l’ecosistema antartico. La loro presenza indica che la regione esplorata ospita un ecosistema complesso ma fragile, e che il sistema dei nidi e delle strategie di autoconservazione rende questi pesci tra gli animali più riproduttivi dell’area, se non dell’intero pianeta.