Realizzata “bomba velcro” per colpire i tumori più resistenti
Nel sangue si nasconde un sistema immunitario intelligente, gli scienziati lo chiamano insieme di cellule CAR-T.

Il sangue produce un potente farmaco naturale da utilizzare anche per distruggere il cancro. I ricercatori lo chiamano cellule CAR-T. Si studiano da più di dieci anni; con questo metodo pazienti con casi di tumore del sangue sono riusciti a curarsi e ad avere una speranza di vita.
I casi più gravi di tumore in stato avanzato sono le leucemie e i linfomi. Le cellule CAR-T riescono a smembrare i tumori solidi, quelli in grado di resistere all’assalto del sistema immunitario e per cui è difficile trovare una cura. Sono tumori letali per i pazienti, con un alto grado di mortalità.
Su Nature Biomedical Engineering è stato pubblicato uno studio dedicato allo sblocco delle cellule CAR-T. L’approccio è stato sperimentato su topi con tumore solido alla prostata. Ecco come ZME Science racconta l’azione delle cellule CAR-T sul cancro: “Il sistema immunitario spesso inganna le cellule tumorali, facendole credere che un tumore sia una cellula normale”.
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L’interleuchina-12 (IL-12): la proteina che risveglia le cellule T contro i tumori solidi
Le cellule T sperimentate sui topi creano un recettore chimerico per l’antigene, la sigla è CAR. In sostanza, se nell’organismo, nel sangue soprattutto, abbiamo dei soldati (un semplice sistema immunitario), con il cancro e le cellule CAR assumiamo un “supersoldato”. Su questa cura, ancora in fase sperimentale, ci sono molti approfondimenti da fare e anche la strada clinica non sarà semplicissima. Infatti, gli esperti spiegano che il trattamento è complesso, costoso e funziona una tantum.
Sui tumori solidi, poi, ci sono molte incertezze. “Un tumore solido è come una fortezza. Questo ammasso di cellule crea un ecosistema corrotto e difficile da violare”. Le CAR-T riescono a superarlo grazie a una proteina potente, il suo nome è interleuchina-12 (IL-12). La sua azione è energizzante, una sveglia sulle cellule T intorpidite.
Questa potenza può agire molto bene con una terapia mirata su tumori solidi e specifici. Ma nell’oncologia tante cure non possono essere ripetute più volte, e questa rappresenta una sfida per il team di ricercatori. Tutti hanno lavorato all’interno dell’Imperial College di Londra e dell’UCLA. Il gruppo di studiosi è stato guidato da Koichi Sasaki, John K. Lee e Jun Ishihara.