Un fossile che brilla racconta l’antica storia della Terra
Scopriamo la storia di un antico mollusco che sicuramente anche tu avrai visto tante volte.

Il Dott. Andrei Mihai, geofisico e fondatore di ZME Science, dedica un paragrafo alla piritizzazione delle ammoniti fossili. Parliamo di un reperto che possiamo definire il classico tra i classici. Ripreso in tutte le copertine di storia a scuola, nei manifesti di grandi mostre scientifiche o preistoriche, nei musei di storia naturale. Le ammoniti erano un gruppo di molluschi cefalopodi estinti, si sono formate prima dei dinosauri.
Erano animali predatori, e la conchiglia a spirale che li caratterizza resiste per molto tempo come fossile o residuo di terreno. Se non si trova la conchiglia, sulle rocce rimane la sua forma e, talvolta, anche il suo colore. Tra i tanti fossili, racconta Mihai, le ammoniti raccontano tante formazioni geologiche, marine e non.
Dove l’acqua è scomparsa e c’è terra, o magari anche molta vegetazione, una volta forse c’era il mare, l’oceano oppure un fiume o un lago collegato ad essi. Le ammoniti che si trovano dove non c’è più acqua raccontano questa storia. In più, molte vengono analizzate perché sono testimonianza anche di impatti cosmici sulla Terra, raggiunta da meteoriti o frammenti di comete o altro materiale spaziale.

Come si trasforma un antico fossile in pirite di ferro? Un processo chimico di microbi e batteri nel profondo oceano
La piritizzazione di qualsiasi fossile, ma in particolare delle ammoniti, trasforma antichi reperti in qualcosa di luccicante e anche bello da vedere. Ma ha nel profondo un processo chimico importante per geologi e biologi.
“A volte, il fossile risultante è una combinazione di materiale originale e sostituito; altre volte, è una sostituzione completa. In quest’ultimo caso, il risultato dipende interamente dalla chimica delle acque sotterranee e dei sedimenti circostanti. I fossili di sostituzione più comuni sono calcite e silice. Tuttavia, in condizioni molto specifiche, può verificarsi una trasformazione molto più radicale: i resti possono essere sostituiti da pirite di ferro”.
Questo processo ha bisogno di un ambiente privo di ossigeno sul fondale marino e dei batteri solfato-riduttori, dei microbi che sfruttano gli ioni solfato e, allo stesso tempo, rilasciano idrogeno solforato. La pirite di ferro nasce da questo insieme di elementi che fa reagire il solfuro con altre particelle.


