Una nuova teoria della gravità rende i wormhole più plausibili di quanto pensassimo
Chi non ha mai sognato di fare viaggi nel tempo o, addirittura, in un misterioso buco nero? Due ricercatori scientifici affrontano realtà oggettive e soggettive in un grande progetto.

Chi li chiama wormhole, chi ponti di Einstein-Rosen, questi cunicoli spazio-temporali ci portano nei tentativi dell’uomo di viaggiare nel tempo, come in Ritorno al Futuro, o ad alta velocità superluminale, alterando la curvatura di Alcubierre. La scienza non ha smesso di occuparsi di wormhole, con nuovi articoli e studi importanti. L’ultimo è dei ricercatori S. Nalui e S. Bhattacharya, pubblicato su European Physical Journal C.
I due studiosi hanno proposto un modello per progettare wormhole attraversabili, utilizzando la formulazione della gravità f(R), una modifica della Relatività Generale di Einstein. Rimarrà sempre importante per la scienza, ma la ricerca continua a esplorare nuovi spiragli. Nalui e Bhattacharya tentano di creare tunnel stabili nello spaziotempo senza ricorrere alla materia esotica, finora studiata solo teoricamente.
Secondo la loro teoria, è possibile manipolare il tessuto dello spaziotempo attraverso una funzione matematica che collega il campo gravitazionale allo scalare di Ricci (R). Nel nuovo modello, la funzione assume la forma di una legge di potenza, rendendo la gravità più flessibile anche in condizioni estreme, come vicino a buchi neri o negli istanti successivi al Big Bang. Un’altra novità è l’equazione di stato lineare, applicata alla “gola” del wormhole, dove è fondamentale calcolare il rapporto tra pressione e densità per garantire stabilità, fortemente condizionata dai processi gravitazionali e dalla materia.
Wormhole attraversabili, stabili e possibili: le prospettive scientifiche, le formule e i modelli considerati
Le equazioni di campo derivate dal modello f(R) vengono applicate alla geometria dei wormhole. Lo studio coniuga rigore e innovazione, rispettando effetti instabili o paradossali e le leggi fisiche conosciute. A livello teorico, i wormhole potrebbero esistere stabilmente e consentire il passaggio di materia ed energia. Le implicazioni cosmologiche sono profonde, unendo conoscenze fisiche e astrofisiche a lungo esplorate dall’uomo con desideri e ambizioni soggettive legati al cosmo.
Il wormhole richiederebbe tecnologie avanzate e una gestione ingegneristica di energia e materia, anche in fase sperimentale. Il lavoro di Nalui, Bhattacharya e di tutti coloro che vorranno sviluppare o ampliare questo studio apre interessanti prospettive alla scienza dello spaziotempo. Non si tratta di fantascienza: dalla teoria alla pratica la distanza rimane enorme, come ricordano gli stessi ricercatori. L’attenzione, l’obiettività e la scientificità di questo approccio creano rigorosità e fiducia nel lavoro dei due scienziati, rappresentando un punto di partenza solido per le future esplorazioni teoriche e applicative.


