Ferrari Elettrica, ufficiale: quando il silenzio diventa grido elettrico
La Ferrari Elettrica adotta un accelerometro nel motore per captare vibrazioni e trasformarle in suono: non “fake”, ma amplificazione dell’elettrico reale.

Nel panorama dei veicoli elettrici, il suono è da sempre elemento divisivo: certe auto affascinano perché urlano, altre seducono per il silenzio assoluto. Pochissime riescono a fare entrambe le cose. La Ferrari Elettrica, però, promette di entrare in questa ristretta cerchia perché vuole essere, quando serve, potentissima eppure raffinata. Dopo un incontro con i tecnici a Maranello, emergono dettagli su meccanica, strada e… acustica.
Cuore tecnico: quattro motori
La Elettrica monta quattro motori, uno per ogni ruota, per generare una potenza complessiva che supera i 1 000 CV. Non è tanto la cifra a sorprendere — nel mondo EV si vedono dati simili — quanto l’approccio dinamico: ogni ruota può ricevere coppia in modo indipendente, senza affidarsi esclusivamente ai differenziali tradizionali. In più, le ruote posteriori sono sterzanti individualmente, permettendo modulazioni di traiettoria perfino durante la curva, con entrate o uscite “controllate” o volontarie.

Per garantire un’auto sempre in assetto ottimale, Ferrari ha applicato un sistema di sospensioni attive già visto su Purosangue e F80. Al posto delle valvole oleodinamiche tradizionali, ogni ammortizzatore include un motore elettrico che regola smorzamento e altezza su ciascun angolo, con correzioni quasi istantanee. Il pacco batterie ha capacità lorda di 122 kWh, ripartito su 15 moduli che possono essere sostituiti singolarmente, mentre l’autonomia stimata supera i 530 km nel ciclo WLTP. Il telaio e la componentistica sono sviluppati internamente a Maranello, con celle fornite da SK On. In marcia, il controllo dinamico, la distribuzione di potenza, il recupero in frenata e le regolazioni assetto collaborano per rendere la Elettrica un’esperienza “diversa” nel panorama EV.
Il suono dell’elettrico
Il tema più delicato per una Ferrari senza motore a combustione è il suono: come mantenere una firma acustica quando il rombo del V12 è assente? Ferrari ha scelto una soluzione ibrida tra concreto e digitale: un accelerometro montato all’interno della cassa del motore alla coda rileva le vibrazioni armoniche prodotte dal gruppo motore/inverter. Queste vibrazioni vengono poi amplificate e filtrate tramite un circuito digitale che trasforma la micro-vibrazione in suono udibile, come se fosse la chitarra elettrica che amplifica corde quasi silenziose. In sostanza, non è un sample, non è una finzione: è il motore che “suona” attraverso il sistema acustico.
Ferrari conferma che in condizioni normali il suono rimarrà basso per favorire il comfort acustico: solo quando il pilota richiede accelerazione o modalità prestazionali la “voce” del motore viene amplificata. Nella modalità “manuale” l’utente può intervenire sui paddle per simulare cambi e regimi, e il suono evolve di conseguenza.


