Asahi sotto attacco informatico: la birra sta sparendo rapidamente dagli scaffali
Un attacco ransomware ha fermato la produzione Asahi: il Giappone rischia di restare senza Super Dry in pochi giorni, allarme nei supermercati.

Il Giappone rischia una vera e propria emergenza birraria. Asahi Group, il colosso che produce la celebre Super Dry, è finito nel mirino di un attacco ransomware che ha paralizzato gran parte delle sue attività nel Paese. Dallo stop ai sistemi di ordinazione e distribuzione fino alla sospensione di nuove linee di prodotto, l’azienda è costretta a correre ai ripari con procedure manuali per cercare di mantenere almeno un minimo di continuità. Ma i grandi rivenditori già avvertono: le scorte potrebbero esaurirsi nel giro di pochi giorni.
Fabbriche ferme e distributori in crisi
Secondo la stessa Asahi, la maggior parte dei suoi 30 stabilimenti giapponesi non è operativa dallo scorso lunedì, con conseguente blocco della catena logistica. La società ha confermato di essere al lavoro per contenere l’incidente e avviare una ricostruzione dei sistemi, ma non ha fornito date per la ripresa regolare della produzione.
Nel frattempo, i grandi convenience store come Lawson hanno avvertito che già da subito alcune bevande Asahi potrebbero mancare sugli scaffali, mentre i pub tradizionali, gli izakaya, rischiano di restare senza birra alla spina o in bottiglia. La prospettiva è che in due o tre giorni la Super Dry possa diventare introvabile nei supermercati, spingendo i consumatori verso marchi rivali come Kirin e Suntory, pur sapendo che la fedeltà al gusto della Super Dry è difficilmente sostituibile.
Blackout informatico
Il blackout informatico di Asahi non è un caso isolato. Negli ultimi anni le aziende giapponesi sono diventate bersagli sempre più frequenti dei ransomware: nel 2024 la polizia nazionale ha registrato un aumento del 12% degli episodi, ma gli esperti ritengono che i numeri reali siano molto più alti. Spesso, sottolineano i consulenti di Nihon Cyber Defence, le imprese preferiscono pagare riscatti attraverso canali riservati piuttosto che denunciare. In quasi metà dei casi ci vogliono oltre trenta giorni per ripristinare i dati compromessi.

Il governo giapponese, consapevole dei rischi, ha approvato lo scorso maggio una legge che amplia i poteri per contrastare la criminalità informatica, definendo la cybersicurezza una priorità nazionale.
Intanto Asahi, oltre alla birra, ha dovuto rinviare il lancio di otto nuovi prodotti, dalle bibite ai barrette proteiche, mentre le sue attività in Europa — dove distribuisce Peroni Nastro Azzurro — restano al momento immuni. Con una produzione media di 6,7 milioni di bottiglie al giorno in Giappone, lo stop rischia di trasformarsi in un duro colpo non solo economico, ma anche sociale, vista la popolarità della Super Dry nel Paese.


