Il mistero del nucleo di Mercurio: ecco cosa potrebbe averlo plasmato
Mercurio e i misteri del suo nucleo, nuove e importanti teorie mentre è in viaggio BepiColombo, terza missione dagli anni Settanta.

Mercurio è il pianeta più piccolo del Sistema Solare e il più vicino al Sole. Secondo teorie precedenti, il suo nucleo è metallico a causa di un impatto cosmico che ha eliminato parte del mantello roccioso. Ci sono nuove simulazioni e ipotesi. Patrick Franco è l’autore dell’ultimo studio pubblicato su Nature Astronomy. Lo scenario raccontato è lo scontro tra due protopianeti simili nelle dimensioni. Le simulazioni sono state eseguite con la tecnica SPG, idrodinamica a particelle levigate.
Secondo i ricercatori,l’impatto mordi e fuggi ha eliminato fino al 60% del mantello. Il pianeta è rimasto con un nucleo sproporzionato. Queste le parole di Patrick Franco: “Attraverso la simulazione, dimostriamo che la formazione di Mercurio non richiede collisioni eccezionali. Un impatto radente tra due protopianeti di massa simile può spiegarne la composizione. Questo è uno scenario molto più plausibile dal punto di vista statistico e dinamico“.

Con Mercurio si ricostruisce la storia del Sistema Solare Primordiale, i pianeti si influenzano l’uno con l’altro tra impatti e detriti
Un impatto cosmico su un pianeta può avere ricadute su altri. I ricercatori hanno studiato le traiettorie dei detriti generati dalle collisioni su Mercurio. Secondo le ricostruzioni, non sono finiti sul pianeta metallico ma si sono dispersi nello spazio. Possono essere finiti in altri pianeti, inglobati, ad esempio da Venere. Si parla di un Sistema Solare primordiale, un tempo fatto di tanti impatti e embrioni planetari.
“Mercurio rimane il pianeta meno esplorato del nostro sistema solare. Ma le cose stanno cambiando. È in corso una nuova generazione di ricerche e missioni, e molte cose interessanti devono ancora arrivare“, afferma Patrick Franco. E tutti attendono l’arrivo della missione BepiColombo, un’iniziativa euro-giapponese che raggiungerà il pianeta nel 2026. Tra gli obiettivi dell’esplorazione, studiare in profondità campi gravitazionali e magnetici, comprendere la struttura del nucleo.
BepiColombo porta con sé anche un orgoglio tutto italiano. Il nome rende omaggio a Giuseppe Colombo, scienziato e professore all’Università di Padova, che dedicò gran parte delle sue ricerche a Mercurio. Negli anni Settanta, contribuì allo sviluppo di Mariner 10, la prima sonda esplorativa del pianeta.


