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Cosa ci rende coscienti? La risposta potrebbe essere nascosta nelle profondità della nostra evoluzione

Le aree più antiche del cervello rivelano nuovi indizi sulla coscienza umana. Scopriamo di più.

Cosa ci rende coscienti? La risposta potrebbe essere nascosta nelle profondità della nostra evoluzione

Su The Conversation, uno scienziato racconta un suo studio recente sulla coscienza umana. Sono stati esaminati cento anni di ricerca neuroscientifica per rispondere ad una domanda importante: Ci sono regioni del cervello più importanti delle altre per la coscienza?

Secondo il ricercatore, che poi ha pubblicato la sua revisione, gli scienziati hanno da sempre sottovalutato le regioni più antiche del cervello umano. La coscienza è la capacità di avere un’esperienza soggettiva, la corteccia è lo strato esterno del cervello umano fondamentale per la coscienza.

Esiste anche una neocorteccia, che racchiude la nostra storia evolutiva. Sotto la neocorteccia, troviamo la sottocorteccia che ha 500 milioni di anni, in questo lunghissimo lasso di tempo non è mai cambiata. Arriviamo poi al cervelletto, ritenuto da molto irrilevante ma anch’esso antico e immutato nella nostra storia evolutiva. Dentro corteccia, sotto corteccia e cervelletto sono visibili i cambiamenti della coscienza e anche l’attività cerebrale e delle reti cerebrali quando alterate, ad esempio durante il coma.

aree del cervello

Dal coma agli impulsi elettrici: cosa accade alla coscienza quando corteccia, sotto corteccia e cervelletto subiscono danni o stimolazioni

Secondo lo scienziato, la coscienza può essere alterata con la stimolazione cerebrale. “Nell’ambito della mia analisi, ho esaminato studi che dimostrano cosa accade alla coscienza quando l’attività cerebrale viene modificata, ad esempio applicando correnti elettriche o impulsi magnetici alle regioni del cervello. Gli esperimenti sono stati condotti su esseri umani e animali, dimostrando che alterando l’attività di una qualsiasi di queste tre parti del cervello è possibile alterare la coscienza“, racconta l’autore dell’articolo.

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Non bisogna però esagerare, modificare l’attività di neocorteccia e subcorteccia ha delle conseguenze gravi: cambia la percezione di sé, provoca allucinazioni, influenza il giudizio, genera depressione. La ricerca condotta ancora non consente di rispondere sull’origine della coscienza, quindi su quale sia la parte del cervello più importante. Una regione del cervello può influenzare un’altra regione, in più il ricercatore pone diversi esempi di pazienti o nati senza cervelletto oppure danneggiato che sono riusciti a vivere comunque una vita cosciente.

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