Svelate le variazioni stagionali del carbonio disciolto: cosa significa per il clima
Anche sott'acqua esistono una bella e una brutta stagione, un equilibrio tra l'abbondanza e non di alghe e microrganismi da preservare e approfondire.

Le variazioni stagionali possono essere osservate al microscopio per approfondire come influenzino aree ricche di biodiversità. Temperature e umidità, tipiche di una stagione, oggi sono influenzate dai cambiamenti climatici che possono lasciare tracce indelebili con le loro conseguenze. Un team di scienziati ha pubblicato uno studio su Environmental Science and Pollution Research. Ha analizzato le variazioni stagionali attraverso il carbonio inorganico disciolto nell’estuario del Godovari, il quinto fiume più grande in India. Una vera miniera di biodiversità, cruciale nello sviluppo ecologico ed economico del paese.
Le acque del Godovari influenzano anche il mare e la costa con i suoi processi biologici e geochimici. Il team ha individuato le fonti di carbonio inorganico tra apporti fluviali, biologici e atmosferici. Ha utilizzato sia protocolli di campionamento ad alta risoluzione, sia analisi isotopiche. Le osservazioni hanno rilevato un forte contrasto stagionale.
Durante la stagione umida, caratterizzata da piogge in abbondanza, il fiume cresce e porta con sé grandi quantità di carbonio organico. Nella stagione secca, le acque diventano più saline, l’influenza oceanica diventa più forte. Da sempre, durante l’anno, c’è un equilibrio tra acqua dolce e marina che ha influenzato i processi biologici. La presenza microbica insieme alla decomposizione della materia organica (forme di vita che non sopravvivono al passaggio da acqua dolce e salata e viceversa) contribuiscono all’aumento del DIC. Avviene soprattutto nei mesi secchi, la fotosintesi regola i livelli di assorbimento del carbonio.

Preservare i livelli naturali di carbonio disciolto richiede la collaborazione di scienza, istituzioni, politica e comunità locali
A questa dinamica naturale si aggiungono le attività urbane e agricole, l’impatto antropico. Aumentano azoto e fosforo, importanti nutrienti, stimolano la nascita di alghe fluviali. Le fioriture algali creano zone ipossiche povere di ossigeno e intaccano la produzione o la sedimentazione del carbonio. Ne risente l’ecosistema fluviale e, di conseguenza, la pesca locale di cui vive la comunità.
Gli scienziati vogliono continuare a monitorare i livelli di carbonio organico ma anche bilanciare meglio salute ecologica ed esigenze economiche. Infatti, la pesca eccessiva può intaccare il ruolo chiave dei cicli del carbonio messo a rischio anche dai cambiamenti climatici. Studiare le variazioni stagionali locali sarà importante anche per sviluppare politiche ambientali efficaci. Dovranno tenere conto di dinamiche locali e globali insieme. La ricerca spinge ad una collaborazione sempre più stretta tra ricerca, istituzioni, governi e comunità locali.


