Mastodon sostiene di non avere le risorse per implementare la verifica dell’età
Mastodon rifiuta la verifica dell’età imposta dal Mississippi: "Non possiamo, né vogliamo, applicarla nei nostri server decentralizzati"

Mastodon prende posizione contro la controversa legge del Mississippi che impone la verifica dell’età per accedere ai social network, affermando di non avere i mezzi tecnici per rispettarla. La normativa, già al centro di tensioni dopo il ritiro di Bluesky dallo stato, prevede multe fino a 10.000 dollari per utente in caso di mancata conformità. Il social decentralizzato, tuttavia, ribadisce che il suo sistema – fondato sulla privacy e sull’indipendenza dei singoli server – rende impraticabile un’applicazione uniforme di tale obbligo.
Nessun tracciamento, niente blocchi agli IP
Secondo quanto dichiarato dalla fondazione no-profit che gestisce Mastodon, la struttura tecnica e legale della piattaforma impedisce di raccogliere o verificare dati personali degli utenti. La piattaforma non effettua tracciamento né utilizza blocchi basati su IP, strumento che, secondo il team, penalizzerebbe utenti in viaggio o connessi da reti condivise. Mastodon ha inoltre precisato che, sebbene i suoi server ufficiali prevedano un’età minima di 16 anni per l’iscrizione, non esiste un sistema interno per verificarla automaticamente. La versione 4.4 del software, rilasciata nel luglio 2025, ha introdotto la possibilità di inserire una soglia di età nel processo di registrazione, ma i dati relativi non vengono archiviati.
Questo approccio decentralizzato, basato sul protocollo ActivityPub, lascia dunque ampia libertà ai gestori dei singoli server. Ogni amministratore può decidere se implementare strumenti esterni per la verifica dell’età, ma Mastodon non fornisce alcun supporto diretto in merito. Al contrario, consiglia l’uso di risorse come la libreria IFTAS, pensata per aiutare i moderatori nella gestione delle community. Inoltre, la fondazione invita gli amministratori a rispettare le leggi locali, senza però assumersi responsabilità sui server di terze parti.
La decentralizzazione piace sempre meno ai governi

La vicenda ha preso forma in un acceso scambio tra Eugen Rochko, fondatore e CEO di Mastodon, e Mike Masnick, giornalista e membro del consiglio di Bluesky. Rochko ha sottolineato come nessuno, nemmeno lui stesso, possa imporre ai server federati di bloccare uno stato specifico come il Mississippi. “Ed è proprio per questo che la vera decentralizzazione conta”, ha dichiarato. Masnick, però, ha sollevato dubbi sulla tenuta legale di questo modello, domandandosi se anche il server gestito da Rochko, mastodon.social, non sia tecnicamente soggetto alle stesse sanzioni.
In risposta alle polemiche, Mastodon ha chiarito che la propria missione è sempre stata quella di offrire una piattaforma indipendente dagli interessi e dalle pressioni degli Stati Uniti. Il tema rischia di diventare attuale anche in Unione Europea, dove presto verranno introdotte regole di verifica dell’età molto simili.


