Il telescopio spaziale Webb ha individuato puntini rossi così brillanti da sfidare ogni spiegazione
Nell'Universo, ci sono zone con segni importanti della sua nascita, il Big Bang. I puntini rossi si trovano in queste aree e sono più grandi del nostro Sistema Solare.

L’Universo è in continuo movimento con i suoi numerosi e differenti corpi celesti. Può succedere anche che ne nascano dei nuovi o che si uniscano. Con il famoso telescopio spaziale James Webb, la Nasa ha scoperto e poi studiato numerosi puntini rossi luminosi. Sono posizionati in un’area dell’Universo ancestrale, legato al Big Bang. La luminosità di questi puntini rossi era molto differente da quella di una stella o una galassia.
Un dottorando dell’Università del Texas ha paragonato questo corpo celeste sconosciuto ad un bambino alto due metri, un qualcosa a cui dare un nuovo nome scientifico. I ricercatori sono giunti alla conclusione di trovarsi di fronte a stelle – buco nero. Quindi, due corpi celesti al centro di studi, ricerche e misteri inspiegabili, quanti film o romanzi sono stati scritti attorno famosi buchi neri?
Ogni puntino rosso è grande quanto il nostro Sistema Solare, quindi l’insieme di più pianeti attorno al Sole. È un enorme bozzolo di gas caldo che dà la luminosità e il colore rosso, un po’ come accade con Giove o alcune aree di Marte.

I puntini rossi sono stelle – buco nero o qualcosa di completamente differente?
Queste masse di gas, al loro interno hanno come nucleo dei buchi neri. Solo una prima ipotesi superficiale può portare a parlare di ibridazione tra stelle e buchi neri, gli scienziati sono giunti a descrivere questi puntini rossi come un qualcosa di totalmente nuovo, anche di un nuovo tipo di buco nero. “Il gas è opaco e quindi irradia come una stella”, ha spiegato l’astrofisica Jenny Greene, Princeton University.
Tanti anni fa, si scoprirono anche stelle – buco nero, sono giganti, si formano nelle prime fasi di vita dell’Universo e poi di trasformano in buco nero. Quindi, molti buchi neri in passato sono stati stelle.
Sui puntini rossi, noti con la sigla LRD, ci sono ancora studi e osservazioni in corso. La loro grandezza può raggiungere i 500 anni luce. Raccontano molto sull’inizio e l’evoluzione dell’Universo ma anche sulla formazione e vita dei corpi celesti come stelle, galassie e buchi neri.


