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Fibrillazione atriale: nuovi dati rilanciano il ruolo della riabilitazione cardiaca

Fibrillazione atriale in forte crescita entro il 2060, i cardiologi studiano terapie con ginnastica specifica per curare e prevenire.

Fibrillazione atriale: nuovi dati rilanciano il ruolo della riabilitazione cardiaca

La fibrillazione atriale è un’alterazione del ritmo cardiaco, provoca un’improvvisa accelerazione del battito del cuore. L’equilibrio tra ventricoli, atri e camere inferiori ad un certo punto non funziona più, con sintomi diversi da paziente a paziente. La fibrillazione atriale può essere diagnosticata e affrontata con le giuste terapie, ci sono molti studi in corso per migliorare cure e vita di chi ne soffre. Secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Sport Medicine, l’esercizio fisico rientra nella riabilitazione cardiaca.

Una ginnastica regolare e specifica, anche una semplice camminata, riduce gravità, frequenza e recidiva della fibrillazione atriale (FA) o ritmo cardiaco irregolare. L’esercizio fisico rafforza anche la mente. Una delle condizioni, che più di tutte si deve considerare nelle patologie cardiache, è l’ansia. L’esercizio fisico migliora la resistenza psico-fisica e l’attitudine psicologica di fronte alle difficoltà.

riabilitazione cardiaca

Dal 2006 al 2024 analizzati oltre 2000 casi di fibrillazione atriale: l’attività fisica aiuta, ma non è indicata per tutti

La ricerca pubblicata sul British Journal of Sports Medicine afferma che entro il 2060 in Europa ci saranno 18 milioni di persone colpite da FA, con i rischi connessi di ictus e insufficienza cardiaca. Negli Stati Uniti, le persone affette saranno 12 milioni le persone entro il 2050.

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Già è in corso per molti pazienti trattamenti che si possono gestire in autonomia senza impattare troppo sulla quotidianità. I cardiologi non hanno ancora inserito la riabilitazione con esercizio fisico integrato nelle linee guida internazionali per il trattamento della fibrillazione atriale. Il motivo è che ci sono pazienti con sintomi più gravi di FA rispetto ad altri, non è chiaro se l’esercizio fisico sia adatto anche a loro e in quale modalità.

I ricercatori hanno rivisto 20 studi condotti tra il 2006 e il 2024. Hanno poi monitorato più di duemila pazienti per 11 mesi. Studi che hanno incluso sia programmi completi che prevedevano anche supporto educativo che psicologico, sia programmi fisici con interventi fino a 24 settimane. Le sessioni variavano da 1 a 7 settimane, dai 15 ai 90 minuti.

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