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Ingegneri cinesi a lavoro sulla tecnologia del Pentagono: lo scoop mette in imbarazzo Microsoft

Uno scoop di ProPubblica imbarazza Microsoft: cittadini cinesi a lavoro sulle tecnologie top secret del Pentagono. A rischio contratti da miliardi di dollari.

Ingegneri cinesi a lavoro sulla tecnologia del Pentagono: lo scoop mette in imbarazzo Microsoft

La decisione di Microsoft di interrompere l’impiego di ingegneri con base in Cina per la manutenzione dei sistemi cloud del Dipartimento della Difesa statunitense arriva dopo le rivelazioni di ProPublica e le critiche del segretario alla Difesa Pete Hegseth. Il colosso di Redmond assicura che d’ora in avanti l’assistenza tecnica sui carichi di lavoro militari sarà garantita esclusivamente da personale negli Stati Uniti, ponendo fine a una pratica in vigore da quasi dieci anni.

Le rivelazioni di ProPublica

L’inchiesta firmata da Renee Dudley ha svelato che sviluppatori di Pechino e Shanghai operavano su infrastrutture classificate ai livelli 4 e 5, dove transitano dati essenziali per le operazioni militari. Il modello prevedeva l’utilizzo di «digital escorts», appaltatori statunitensi con nulla osta di sicurezza incaricati di copiare e incollare i comandi ricevuti da remoto: molti di loro, pagati poco più del salario minimo, non possedevano le competenze per individuare eventuale codice malevolo, aprendo un potenziale varco allo spionaggio.

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Le reazioni non sono mancate. Subito dopo la pubblicazione dell’inchiesta, il segretario alla difesa degli USA ha ricordato con un post su X che gli «ingegneri stranieri — Cina compresa — non dovrebbero mai accedere ai sistemi del Dipartimento della Difesa» e ha avviato una revisione su tutti i contratti per infrastrutture in cloud del Pentagono, mentre il senatore repubblicano Tom Cotton ha chiesto un elenco completo dei fornitori che impiegano personale cinese.

La risposta di Microsoft e le pressioni del Congresso

Venerdì, il chief communications officer di Microsoft, Frank X. Shaw, ha scritto su X che, «in risposta alle preoccupazioni sollevate», nessun team d’ingegneria basato in Cina fornirà più assistenza tecnica per i servizi cloud del Dipartimento della Difesa. La mossa, confermata a Reuters, mira a salvaguardare contratti da miliardi di dollari.

Analisti di cybersecurity sottolineano che il caso dimostra la fragilità della dipendenza da risorse offshore e rilancia il dibattito su sovranità dei dati, mentre Washington e Pechino si contendono la supremazia tecnologica. Gli esperti avvertono che controlli più stringenti sui fornitori saranno imprescindibili per blindare i sistemi militari e prevenire future falle.

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