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Una nuova mappa risolve un enigma cosmico dopo decenni di ricerche

Un nuovo studio ha risolto uno dei misteri più affascinanti in assoluto: è stata scoperta la materia mancante dell’Universo.

Una nuova mappa risolve un enigma cosmico dopo decenni di ricerche

Un nuovo straordinario studio ha individuato la posizione della materia prima mancante dell’Universo. Sono stati utilizzati i lampi radio veloci (FRB) e gli astronomi del Center for Astophysics Harvard & Smithsonian (CfA) e del Caltech hanno scoperto che oltre tre quarti della materia ordinaria dell’Universo si trova all’interno del gas rarefatto tra le galassie.

Si tratta certamente di una scoperta fondamentale che permette di comprendere com’è distribuita e come si comporta la materia nel cosmo. Vediamo i dettagli.

materia mancante dell'Universo

Enigma cosmico svelato grazie all’utilizzo dei lampi radio veloci (FRB)

“Il ‘problema dei barioni mancanti’, vecchio di decenni, non ha mai riguardato l’esistenza o meno della materia”, ha detto Liam Connor, astronomo CfA e autore principale del nuovo studio. “La domanda era sempre: dov’è? Ora, grazie ai FRB, lo sappiamo: tre quarti di essa fluttua tra le galassie nella rete cosmica”. In altre parole, gli scienziati ora conoscono l’indirizzo di casa della materia “mancante”.

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Misurando quanto ogni segnale FRB è stato rallentato mentre attraversava lo spazio, Connor e il suo team sono riusciti a rintracciare il gas. “Gli FRB agiscono come torce cosmiche”, ha detto Connor, che è anche assistente professore di astronomia ad Harvard. “Brillano attraverso la nebbia del mezzo intergalattico e, misurando con precisione il rallentamento della luce, possiamo pesare quella nebbia, anche quando è troppo debole per essere vista”.

I risultati sono molto chiari: circa il 76% della materia barionica dell’Universo si trova nel mezzo intergalattico (IGM). Il 15% si trova negli aloni delle galassie, mentre la restante piccola parte si trova all’interno delle stesse o del gas freddo all’interno delle galassie.

“I barioni vengono attratti nelle galassie dalla gravità, ma i buchi neri supermassicci e le stelle che esplodono possono ributtarli fuori, come un termostato cosmico che raffredda le cose se la temperatura diventa troppo alta. I nostri risultati mostrano che questo feedback deve essere efficiente, espellendo gas dalle galassie e riversandolo nell’IGM”, ha detto Connor.

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