Il primo cromosoma vegetale sintetico prende forma: una svolta nella genetica
Al via un progetto pionieristico per creare da zero il primo cromosoma vegetale sintetico, aprendo nuove prospettive per l'agricoltura e la biotecnologia.

Un primo tentativo in tutto il mondo, per costruire un cromosoma artificiale da zero nelle piante. Un progetto innovativo che ha ricevuto ben 12 milioni di dollari di finanziamenti dall’Advanced Research and Invention Agency del Regno Unito attraverso il suo programma Synthetic Plants.
A lavorare a questo progetto, un team internazionale di ricercatori, tra cui il Professor Ryan Lister e il Dottor James Lloyd dell’Università dell’Australia Occidentale e dell’ARC Centre of Excellence in Plants for Space. I ricercatori in questione ben presto si uniranno ai collaboratori dell’Università di Cambridge, all’azienda biotecnologica Phytoform Labs e all’Australian Genome Foundry presso la Macquarie University.

Nuove possibilità per l’agricoltura con il primo cromosoma vegetale sintetico
Insieme, tutti i ricercatori svilupperanno tecnologie innovative per progettare e poi costruire e installare cromosomi sintetici nelle piante. Al fine di raggiungere l’obiettivo, i ricercatori utilizzeranno il muschio Physcomitrium patens, ovvero una pianta unica e ingegnerizzabile, come piattaforma di sviluppo per costruire e testare un cromosoma sintetico dal basso verso l’alto, per poi trasferirlo nelle piante di patate.
Il professor Lister ha dichiarato che questo progetto sta ampliando i confini della biologia sintetica nelle piante e che per la prima volta non si sta modificando semplicemente il DNA, ma si sta provando a scrivere interi cromosomi proprio da zero.
“Sebbene i cromosomi sintetici siano già stati ottenuti in cellule di lievito e di mammiferi, questo sarà il primo tentativo di crearne e impiegarne uno completamente da zero in una pianta”, ha affermato il dott. Lloyd.
“Sebbene leggere i genomi stia diventando sempre più facile ed economico, qui vogliamo spingerci oltre i limiti della scrittura dei genomi, il che ci consentirà di conferire caratteristiche favorevoli alle colture, come la resilienza climatica”. Il Professor Ryan ha poi aggiunto che il progetto ha un altro obiettivo ovvero concretizzare la visione di ARIA di superare i confini del possibile attraverso un’innovazione scientifica abbastanza audace.


