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Svelati nuovi dettagli sul processo di guarigione della pelle negli esseri umani

Un gruppo di ricercatori ha studiato il processo di guarigione della pelle negli esseri umani. Ecco cosa è stato scoperto nel dettaglio.

Svelati nuovi dettagli sul processo di guarigione della pelle negli esseri umani

Le ferite negli esseri umani sono abbastanza frequenti, tanto comuni che gran parte dei mammiferi hanno sperimentato dei metodi per chiuderle in modo abbastanza rapido. Gli esseri umani non sono poi così tanto abili però nella guarigione. La pelle tende a ripararsi ad un ritmo piuttosto pento, ma per quale motivo.

Un confronto piuttosto sorprendente tra il tasso di guarigione di topi, scimmie e scimpanzé è stato effettuato da un gruppo di ricercatori che hanno condotto uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B.

cercopitechi verdi

Processo di guarigione della pelle: perché i primati rimarginano le ferite più rapidamente degli esseri umani?

Sembra che i primati siano risultati piuttosto bravi, mentre gli esseri umani un po’ meno. A guidare i ricercatori, il biologo evoluzionista Akiko Matsumoto-Oda dell’Università delle Ryukyu in Giappone. Si è così dimostrato come gli esseri umani guariscono a circa un terzo della velocità dei nostri parenti mammiferi.

Nuovo materiale ispirato alla pelle accelera la guarigione delle ferite Nuovo materiale ispirato alla pelle accelera la guarigione delle ferite

Pare che lo studio sia partito da un interrogativo posto dalla Dott.ssa Matsumoto-Oda, la quale ha trascorso degli anni osservando i babbuini che litigavano e che si sbranavano. “Sono rimasta colpita dalla frequenza con cui si ferivano e, ancora di più, dalla rapidità con cui si riprendevano, anche da ferite apparentemente gravi”. Questo quanto dichiarato dalla Dottoressa.

I ricercatori hanno così creato e monitorato poi ferite cutanee standardizzate in sei babbuini Anubi, cinque cercopitechi di Sykers, sei cercopitechi verdi ed un gruppo di roditori in laboratorio. Gli esperti hanno poi anche analizzato ferite naturali negli scimpanzé e raccolto dati da 24 pazienti umani in fase di recupero dopo l’asportazione di un tumore cutaneo. La guarigione delle ferite in media è stata compresa tra 0,6 e 0,8 millimetri al giorno. “Questa osservazione suggerisce che i primati non umani condividano un tasso di guarigione comune”, questo quanto dichiarato dagli autori.

I risultati sono stati sorprendenti perché è emerso che gli esseri umani sono rimasti indietro, la guarigione è stata più lenta e questo pare non fosse influenzato dall’età, dal sesso, dalla posizione della ferita sul corpo. Ma perché allora? Secondo gli esperti è perché l’epidermide umana è da tre a quattro volte più spessa di quella dei primati non umani e questo potrebbe renderla più resistente alle lesioni ma anche più lenta nella riparazione

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