Chiuso il sito di deepfake per adulti più grande al mondo: oscurati 43.000 video
l sito più noto al mondo per la pornografia deepfake è stato chiuso. Ospitava 43.000 video, ora oscurati dopo l’approvazione del Take It Down Act.

Il sito più noto al mondo per la creazione e diffusione di video pornografici non consensuali generati tramite intelligenza artificiale ha chiuso i battenti. Dopo anni di attività discutibile, milioni di visualizzazioni e migliaia di contenuti realizzati senza il consenso dei soggetti ritratti, Mr. Deepfakes ha interrotto definitivamente le proprie operazioni. La decisione, comunicata sul sito con un messaggio d’addio, arriva in un momento cruciale: pochi giorni dopo l’approvazione del Take It Down Act negli Stati Uniti, una legge che vieta esplicitamente la diffusione di immagini intime non consensuali, comprese quelle sintetiche generate dall’IA.
Un’industria clandestina da 1,5 miliardi di visualizzazioni
Per anni, Mr. Deepfakes ha rappresentato il fulcro di una vera e propria industria sommersa. Il sito contava oltre 43.000 video caricati da quasi 4.000 creator, che guadagnavano cifre anche molto elevate per soddisfare richieste personalizzate, fino a 1.500 dollari a video. Il traffico generato era enorme: più di 1,5 miliardi di visualizzazioni, alimentate da una community di oltre 250.000 utenti. Il motore di questa proliferazione era DeepFaceLab, il software sviluppato dallo stesso fondatore anonimo della piattaforma, ritenuto responsabile del 95% dei deepfake pornografici in circolazione. Nonostante i tentativi di regolamentazione, le immagini sintetiche hanno continuato a diffondersi, aggirando i controlli e sfruttando strumenti gratuiti come Google Colab.
La chiusura improvvisa
Il colpo di grazia è arrivato nel fine settimana, quando un fornitore di servizi, non identificato, ha interrotto la collaborazione rendendo impossibile la prosecuzione dell’attività. Mr. Deepfakes ha parlato di una “perdita di dati” irreversibile e ha annunciato che non ci sarà alcuna riapertura, avvisando anche del possibile uso improprio del dominio in futuro.

Nonostante questa chiusura, gli esperti non escludono che la community possa riemergere altrove: molte delle conversazioni già si sono spostate su piattaforme come Telegram, dove continua lo scambio di contenuti simili. E se il repository GitHub di DeepFaceLab è stato archiviato, resta ancora disponibile per essere copiato e rilanciato. Per i ricercatori, questa è una vittoria importante ma solo parziale. Come ha sottolineato il professore Hany Farid dell’Università di Berkeley, serve un impegno costante per arginare un fenomeno che si è già dimostrato in grado di adattarsi a ogni tentativo di repressione.


