Eta Aquaridi: ecco cosa rende unico il prossimo sciame meteorico del 2025
È possibile osservare in modo ottimale lo sciame meteorico delle Eta Aquaridi nel momento in cui raggiungerà il picco. Ecco i consigli degli esperti.

Gli appassionati di astronomia si stanno preparando per l’evento più atteso del periodo, ovvero il picco dello sciame meteorico delle Eta Aquaridi. L’evento è fissato per lunedì 5 maggio e per le prime ore di martedì 6 maggio. A beneficiare di questo spettacolo saranno coloro che si troveranno nell’emisfero australe, che potranno vedere fino a 60 meteore passare ogni ora.
Un evento da segnare sul calendario sicuramente anche perché sarà l’ultimo grande sciame meteorico dell’inizio del 2025 almeno fino a quando le Alfa Capricornidi e le Delta Aquaridi Meridionali non andranno a sovrapporsi intorno alla fine del mese di luglio. Ma cosa si intende per sciame meteorico? Secondo quanto riferito dalla NASA, lo sciame meteorico si manifesta nel momento in cui la Terra attraversa la polvere ed i detriti di ghiaccio o la coda di una cometa.

Quando e come ammirare lo sciame meteorico delle Eta Aquaridi
Le meteore Eta Aquaridi provengono dalla cometa 1P/Halley, chiamata Halley che è la cometa più conosciuta. Nel momento in cui la cometa torna nel sistema solare interno, i detriti danno origine alle Eta Aquaridi a maggio ed uno sciame meteorico delle Orionidi nel mese di ottobre. Si tratta di un evento comunque raro perché Halley impiega ben 76 anni per compiere il giro completo attorno al Sole e di conseguenza bisognerà aspettare il 2061 per poterla ammirare di nuovo nel cielo terrestre.
Le meteore Eta Aquaridi viaggiano ad una velocità di 65,5 chilometri al secondo nell’atmosfera terrestre e sono attive dal 19 aprile e lo saranno fino al prossimo 28 maggio. Il picco, come già anticipato, si raggiungerà tra il 5 ed il 6 maggio, almeno secondo quanto riferito dall’American Meteor Society. Il modo migliore per osservare questo sciame?
Le Eta Aquaridi sono visibili sia nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale nelle prime ore del mattino, nonostante la NASA affermi che l’emisfero meridionale sia il luogo migliore per osservarle in modo più chiaro.