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Avatar realistici: la nuova frontiera della comunicazione scientifica

Avatar realistici possono promuovere maggiore affidabilità nella comunicazione scientifica, ecco cosa si è scoperto recentemente.

Avatar realistici: la nuova frontiera della comunicazione scientifica

Gli avatar generati dall’intelligenza artificiale vengono utilizzati per comunicare la scienza e stando ai risultati questa strategia potrebbe avere dei vantaggi non indifferenti. Siamo ormai una generazione di animazioni e di immagini creati con l’intelligenza artificiale e questo campo sembra essere in rapida crescita.

Molti avatar però ad oggi presentano dei difetti, talvolta facciali altri in termini di ritardi, a volte poco identificabili. Jasmin Baake, una ricercatrice presso il Center for Advanced Internet Studies di Bochum in Germania ha condotto uno studio insieme ad altri autori, il quale è stato poi pubblicato sul Journal of Science Communication.

avatar e comunicazione scientifica

Realismo degli avatar: genere e caratteristiche influenzano la percezione di affidabilità

I ricercatori in questione hanno scoperto come questi avatar potrebbero innescare un fenomeno chiamato “valle perturbante”. Quest’ultimo è un fenomeno che descrive la reazione umana agli avatar umanoidi. Nel momento in cui questi avatar appaiono iperrealistici ma non perfetti, possono in qualche modo scatenare una reazione di forte disagio, mentre le figure umanoidi più stilizzate o da cartone animato non riescono a farlo.

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Tale fenomeno, inoltre, pare che possa provocare un rifiuto negli spettatori. La ricercatrice insieme al suo team di studio si sono chiesti in che modo le caratteristiche umane degli avatar di intelligenza artificiale possono influenzare l’affidabilità che viene attribuita a loro dallo spettatore. “Volevamo condurre una ricerca sulla percezione di questi avatar e in particolare su come il loro grado di realismo e il loro genere potessero influenzare la percezione di affidabilità del destinatario”, ha dichiarato Baake.

Lo studio ha coinvolto una serie di video con degli avatar generati dall’intelligenza artificiale che ritraevano dei comunicatori scientifici, sia donne che uomini. Le condizioni sperimentali erano quattro, tutte variabili in base al realismo dell’avatar e al genere. “Per quanto riguarda il grado di realismo, abbiamo dato per scontato che, tenendo a mente l’ipotesi della valle perturbante, gli avatar più stilizzati, quindi quelli dall’aspetto un po’ più caricaturale, sarebbero stati percepiti come più affidabili“.

Questo quanto dichiarato da Baake. “E, sulla base della letteratura esistente sulle percezioni di genere dei comunicatori scientifici, che mostra come gli scienziati maschi siano spesso associati a una maggiore competenza, unita alle preoccupazioni che gli avatar generati dall’intelligenza artificiale possano riflettere e rafforzare tali stereotipi a causa di dati di addestramento distorti, abbiamo ipotizzato che gli avatar maschili sarebbero percepiti come più competenti, e quindi complessivamente più affidabili, rispetto agli avatar femminili”.

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