Spotify Premium sarà invaso dalle pubblicità? Utenti nel panico, l’azienda risponde
Spotify smentisce ufficialmente le voci sulla presenza di pubblicità per gli utenti Premium, confermando che si è trattato solo di un bug temporaneo.

Il mondo dei servizi in streaming sembra ormai dominato dalle sottoscrizioni a pagamento. Tra questi, Spotify rappresenta uno dei colossi più influenti nel panorama musicale digitale, con milioni di utenti che ogni giorno si affidano alla piattaforma svedese per ascoltare la propria musica preferita.
Negli ultimi giorni, però, un’ondata di preoccupazione ha travolto gli abbonati Premium del servizio. Alcune voci insistenti sostenevano che l’azienda stesse testando l’introduzione di pubblicità anche per gli utenti paganti, in vista del lancio di un nuovo piano d’abbonamento di fascia superiore. La situazione si è fatta così tesa da costringere Spotify a intervenire ufficialmente per fare chiarezza.
La smentita ufficiale
Attraverso il proprio account ufficiale su X (ex Twitter), Spotify ha categoricamente smentito le indiscrezioni, ribadendo che il piano Premium è e rimarrà sempre privo di pubblicità. L’azienda ha spiegato che alcuni utenti hanno effettivamente riscontrato la presenza di annunci durante l’ascolto, ma si è trattato esclusivamente di un problema tecnico temporaneo, non di una nuova politica aziendale.

Il malinteso sarebbe nato in concomitanza con le indiscrezioni relative al lancio di un nuovo piano d’abbonamento denominato “Deluxe” (chiamato anche Music Pro, Hi-Fi o Supremium a seconda delle fonti). Questo piano, come confermato lo scorso anno dal CEO Daniel Ek, offrirà audio di qualità superiore, controlli più dettagliati e vantaggi aggiuntivi rispetto all’attuale abbonamento Premium. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Ek, il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 dollari in più rispetto al piano Premium, portando il prezzo mensile a circa 17-18 dollari. In Italia potrebbe quindi costare trai 15 e 16 euro al mese.
La vicenda evidenzia quanto sia delicato l’equilibrio tra servizi gratuiti supportati dalla pubblicità e piani a pagamento nel mercato dello streaming. Gli utenti che decidono di sottoscrivere un abbonamento lo fanno principalmente per liberarsi dagli annunci, e qualsiasi cambiamento a questa formula rischia di provocare una reazione negativa molto forte da parte della community. Siamo sicuri che, dopo questo falso allarme, Spotify ci penserà due volte prima di andare a toccare una formula consolidata a cui gli utenti non intendono assolutamente rinunciare.


