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Cellule scheletriche e invecchiamento: un passo avanti nella ricerca

Passi in avanti nello studio sull'invecchiamento delle cellule scheletriche. Nuove intuizioni grazie ad uno studio che ha del sorprendente.

Cellule scheletriche e invecchiamento: un passo avanti nella ricerca

Più passa il tempo, più invecchiamo e più sentiamo le ossa del nostro corpo scricchiolare. Questa, secondo i ricercatori non è una coincidenza. E questo perché anche i trilioni di cellule che fanno parte del nostro corpo invecchiano e alcune cambiano facendo indebolire la struttura delle nostre ossa. Da qualche tempo, diversi scienziati e ricercatori di tutto il mondo, indagano per capire ciò che accade alle nostra ossa man mano che si invecchia.

Un passo in avanti in tal senso è stato fatto da un team di ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, in collaborazione con la Mayo Clinic e il Cedars-Sinai Medical Center. Questo studio ha permesso di scoprire come gli osteociti subiscono dei cambiamenti considerevoli a livello strutturale e funzionale con l’avanzare dell’età. Questo inevitabilmente ha delle ripercussioni negative sulle nostre ossa.

ossa delle ginocchia

Invecchiamento delle cellule scheletriche: nuove scoperte sugli osteociti e trattamenti per l’osteoporosi

Lo studio in questione è stato pubblicato in Small and Aging Cell e offre nuove intuizioni che potrebbero portare a delle soluzioni più efficaci e trattamenti migliori per l’osteoporosi e la perdita ossea. Gli osteociti sono i principali regolatori della salute delle ossa, in quanto vanno a percepire le forze meccaniche, decidendo quando costruire o quando distruggere l’osso.

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Nel momento in cui però, gli osteociti si trovano di fronte a cellule senescenti, danneggiate che si dividono ma non muoiono, questi tendono ad irrigidirsi. Tale irrigidimento citoscheletrico e la viscoelasticità alterata della membrana plasmatica, vanno a compromettere la loro capacità di rispondere a tutti i segnali meccanici.

Tutto ciò interrompe il rimodellamento osseo sano e causa quella che viene definita fragilità ossea. “Proprio come la terapia fisica aiuta a ripristinare il movimento quando le nostre articolazioni si irrigidiscono, stiamo studiando come gli stimoli meccanici potrebbero aiutare a invertire o addirittura eliminare selettivamente queste cellule invecchiate“. Queste le parole di Maryam Tilton, il professore associato presso il Walker Department of Mechancal Engineering della Cockrell School of Engineering e ricercatrice principale dello studio.

Ovviamente, una conoscenza maggiore di come le ossa invecchiano, potrebbe migliorare i trattamenti per l’osteoporosi. I ricercatori, ad ogni modo, si sono posti un obiettivo, ovvero ampliare la propria ricerca. Andranno ad esplorare nel dettaglio gli effetti di diversi fattori di stress sugli osteociti.

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