Scoperte sorprendenti sulla seta di ragno: un nuovo capitolo nella scienza dei materiali
Una nuova e sorprendente scoperta riguarda molto da vicino la seta di ragno e la sua applicazione. Ecco di cosa si tratta nel dettaglio.

I ragni sono degli animali affascinanti e questo discorso vale anche per le creazioni che riescono a produrre con le loro zampe, ovvero le ragnatele. Questi riescono a creare tale meraviglia utilizzando le zampe posteriori che per l’appunto sono in grado di produrre la seta. Alcuni ricercatori della Northwestern University si sono quindi focalizzati su questo studio dichiarando come lo stretching sia fondamentale per garantire la qualità della seta prodotta dal ragno.
Pare infatti che i movimenti delle zampe posteriori possano regalare alla seta fibre più forti e tutto questo è stato possibile da verificare mettendo in atto diversi esperimenti di laboratorio. In effetti, si tratta di un grande passo avanti poiché lo stesso procedimento potrebbe essere attuato per progettare armature robuste e strutture studiate per durare più a lungo. A prendere la parola uno degli autori principali dello studio ovvero Sinan Keten, il quale ha rivelato come fosse già intuibile questo studio anche se applicato a contesti diversi.

I progressi nella scienza dei materiali grazie allo studio sulla seta di ragno
Gli esperti hanno quindi parlato di come per i ragni creare una ragnatela sia qualcosa di estremamente naturale. Grazie alle zampe posteriori, poi, riescono ad allungare questo materiale e a far sì che lo stesso possa risultare resistente e molto efficiente. Tutto questo sarebbe possibile modificando la quantità di stretching che il ragno deve mettere in atto per avviare questo processo.
La seta di ragno è stata poi sottoposta a diversi studi e alcuni sono arrivati a definire questo materiale come molto più forte dell’acciaio ed elastico come la gomma. Purtroppo, però, è impossibile pensare di allevare dei ragni per ottenere seta naturale, in quanto sarebbe necessario coinvolgere milioni di esemplari e i costi potrebbero diventare troppo alti da essere sostenuti.
L’obiettivo è quindi cercare di creare una sostanza che la ricordi in tutto e per tutto, simulandone l’elasticità e le caratteristiche ma, ovviamente, comportando un dispendio economico molto più basso. Questo sarà il prossimo obiettivo previsto dagli scienziati, i quali si stanno già muovendo per far sì che tale risorsa venga annoverata nella scienza dei materiali.