Un gruppo di ricercatori ha utilizzato una tecnica innovativa per analizzare il legno sommerso di un molo romano, contribuendo alla conoscenza delle tecniche di costruzione storiche. In uno studio recente, i ricercatori hanno analizzato delle strutture in legno molto rare legate all’Impero romano, che pare abbiano ben 1.700 anni, utilizzando dei metodi avanzati di NMR, ovvero Risonanza magnetica nucleare.
Quest’ultima si è dimostrata uno strumento molto interessante e potente per scoprire i segreti di antichi reperti archeologici. I campioni in questione pare provenissero dai pali di un antico molo del porto romano, che pare siano stati scoperti nel corso di alcuni scavi per una nuova linea della metropolitana di Napoli, iniziati nel 2004 a in Italia. Una scoperta davvero molto significativa che ovviamente ha apportato dei cambiamenti molto interessanti nel percorso della linea della metropolitana.
Strumenti avanzati svelano i segreti del legno dell’Impero romano
Misurazioni NMR riescono a fornire delle informazioni storiche da campioni molto piccoli. Rivoluzionaria ricerca basata sulla risonanza magnetica nucleare svela i segreti delle antiche strutture lignee romane.
È raro che si trovino antiche strutture organiche in legno, poiché di solito si degradano nel tempo, a meno che non si trovino in un ambiente umido. Questa scoperta eccezionale è stata resa possibile dall’acquifero che ha preservato le strutture del molo per secoli.
Otto Mankinen, ricercatore dell’Università di Oulu
Questa tecnica, chiamata NMR si basa sostanzialmente sulla radiazione a radiofrequenza, e non va per nulla a danneggiare l’oggetto bersagliato. Inoltre, si tratta di una tecnica abbastanza innovativa che va a sfruttare le proprietà della materia ed anche la struttura del bersaglio in modo abbastanza preciso.
Lo studio recente ha puntato a scoprire il modo in cui il legno si comporta e sopravvive nell’acqua ed inoltre a ricostruire i cambiamenti causati dal decadimento. Inoltre, i ricercatori hanno anche cercato di effettuare un’analisi completa sia della struttura che dei cambiamenti dei resti archeologici di legno, utilizzando ben quattro diverse tecniche NMR, ovvero la relaxometria, la micro-imaging, la diffusometria e la crioporometria.