Un nuovo studio, effettuato dai ricercatori di Yale, ha permesso di effettuare una vera e propria svolta nell’ambito dei disturbi della lissencefalia. Si tratta di uno spettro raro di disturbi genetici che impedisce al cervello di creare le sue tipiche pieghe. Al momento, tali disturbi non sono curabili, e possono causare crisi epilettiche e disabilità intellettive.

La ricerca è stata pubblicata su Nature e potrebbe aprire la strada a futuri trattamenti per l’intero spettro dei disturbi della lissencefalia. I ricercatori hanno identificato un meccanismo molecolare che causa alcune forme di lissencefalia. Inoltre, hanno messo a punto un farmaco in grado sia di prevenire che di invertire le malformazioni cerebrali negli organoidi. Questi ultimi sono modelli 3D in miniatura di cervelli in fase di formazione, che consentono di studiare lo sviluppo cerebrale precoce.

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Disturbi cerebrali incurabili: la lissencefalia potrebbe essere trattata con successo

Lo studio è stato svolto per anni da parte del Yale Program in Neurogenetics e avviato dal coautore senior Murat Gunel, Sterling Professor of Neurosurgery e professore di genetica e neuroscienze presso YSM.

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La lissencefalia appartiene a un gruppo di disturbi che chiamiamo malformazioni dello sviluppo corticale, il che significa che lo sviluppo e la struttura normali del cervello sono interrotti. Si verificano perché alcuni geni molto importanti per lo sviluppo del cervello sono interessati da mutazioni rare.

Angeliki Louvi, professore di neurochirurgia e neuroscienze alla Yale School of Medicine (YSM) e coautore senior dello studio

Sono passati 17 anni da quando la prima famiglia si è iscritta alla nostra ricerca, e capita che sia una delle famiglie nello studio. Questo livello di impegno collettivo, anche da parte di pazienti e famiglie, è fonte di ispirazione.

Kaya Bilguvar, professore associato aggiunto di neurochirurgia e genetica presso YSM e coautore senior dello studio

I ricercatori hanno valutato i livelli di espressione genica e proteica negli organoidi. Hanno dunque messo in rilievo una disregolazione nel pathway mTOR (mammalian target of rapamycin) in entrambi i tipi di organoidi lissencefalici che stavano analizzando. Hanno poi esposto gli organoidi a un farmaco che incrementa l’attività del percorso mTOR e hanno scoperto le sue capacità nel prevenire e invertire l’ispessimento dell’area corticale a forma di piastra dell’organoide, in base all’istante in cui veniva introdotto.