Sono trascorsi 3,26 miliardi di anni da quando il meteorite S2 ha colpito la Terra. E stando a quanto emerso da un recente studio condotto dagli scienziati del Dipartimento di Scienze della Terra e dei Pianeti presso l’Università di Harvard tale urto potrebbe aver provocato un’onda anomala. Questa a sua volta potrebbe aver alterato le correnti oceaniche e scaricato nelle zone costiere i detriti della terraferma. Per poter arrivare a questa conclusione il team di esperti ha sottoposto ad attenta valutazione proprio le tracce dell’impatto che 3.26 miliardi di anni fa ha scosso l’intero Pianeta. E nello specifico gli studiosi hanno analizzato le evidenze geologiche del meteorite S2 in Sud Africa, per esattezza a Barbeton Greenstone.

Uno studio svela che 200 meteoriti marziani rinvenuti sulla Terra hanno origine da cinque crateri Uno studio svela che 200 meteoriti marziani rinvenuti sulla Terra hanno origine da cinque crateri

Per poter effettuare lo studio hanno prima raccolto dei campioni di roccia posti ad alcuni centimetri di distanza e successivamente li hanno analizzati. Ma non solo hanno anche valutato altri elementi come la geochimica, la sedimentologia e per finire le composizione degli isotopi di carbonio.

I risultati dello studio

Il meteorite S2 oggetto dello studio degli scienziati era davvero molto grande. Esattamente circa 4 volte il monte Everest. Secondo gli studiosi in seguito all’impatto potrebbe essersi formata una forte ondata di calore che potrebbe aver fatto bollire lo strato superficiale dell’oceano. Tutto ciò potrebbe aver riscaldato l’atmosfera e provocato una nube di polvere a causa della quale ogni attività fotosintetica si è interrotta.

Nadja Drabon è intervenuta sulla questione affermando che i batteri poco dopo tale evento sono tornati “con bruschi picchi nelle popolazioni di organismi unicellulari che si nutrono degli elementi fosforo e ferro“.