Le stelle marine oltre ad essere molto belle da guardare sono anche dotate di capacità rigenerative davvero incredibili. Per entrare più nel dettaglio della questione un recente studio ha permesso di scoprire che tali capacità rigenerative potrebbero rivelarsi di grande aiuto per la guarigione delle lesioni negli arti dell’uomo. Le stelle marine attaccate dai predatori solitamente nel tentativo di sopravvivere alla minaccia subita perdono le braccia. Ed ecco che proprio un team di ricercatori della Queen Mary University di Londra è riuscito ad identificare un neuroormone considerato proprio responsabile di questo processo.
Questo, secondo gli scienziati impegnati nello studio, è molto simile al CCK ovvero sigla con la quale si fa riferimento all’ormone della sazietà umano, la colecistochinina. E ancora, secondo gli scienziati, quando in seguito ad una forte condizione di stress il neuroormone viene rilasciato ecco che stimola la contrazione di un muscolo specializzato che si trova alla base del braccio della stella marina. Ed in questo modo ne provoca addirittura la rottura.
Le parole degli studiosi
Sulla questione è intervenuta la Dottoressa Ana Tinoco affermando che quando il neuoroormone di tipo CCK è stato testato per valutare gli effetti sui muscoli delle stelle marine è stato possibile scoprire che causava una contrazione. Proprio per tale motivo, ha proseguito la Dott.ssa, il pensiero degli studiosi è quello che sia in grado di innescare l’autonomia del braccio nelle stelle marine.
Ma le stelle marine sono anche dotate di importantissimi poteri di rigenerazione. Dopo aver perso un braccio, infatti, in poche settimane o mesi riescono a farne crescere nuovi. E quindi gli arti persi nel tempo riescono a rinascere. Il meccanismo che si trova alla base di tale processo potrebbe quindi rivelarsi di grande aiuto per la medicina rigenerativa. E allo stesso tempo per il trattamento delle lesioni agli arti dell’uomo.