Tra i pianeti che fanno parte del Sistema Solare, quello considerato più simile alla Terra è Marte. Ma al momento questo non è assolutamente ospitale. Si tratta infatti di un pianeta freddo caratterizzato da un’atmosfera assolutamente irrespirabile. Se l’uomo dovesse avere la necessità di stabilire su Marte un punto d’appoggio potrebbe quindi trovarsi a dover superare diverse problematiche. Ma allora, come trasformare tale ambiente e renderlo ospitale? Diverse sono state le proposte avanzate nel corso del tempo. Molte di queste prevedevano il trasporto di materiali dalla Terra.  Proposte queste che non hanno mai trovato un reale riscontro.

Oggi però un nuovo studio suggerisce una diversa soluzione che forse potrebbe essere realizzabile. Nello specifico, secondo lo studio pubblicato sulla celebre rivista Science Advances per poter riscaldare il pianeta potrebbe rivelarsi di grande aiuto l’utilizzo di particelle di polvere progettate e realizzate con abbondanti minerali presenti proprio sopra la sua superficie.

Su Marte compaiono strane macchie a forma di ragno: cosa sono? Su Marte compaiono strane macchie a forma di ragno: cosa sono?

Secondo lo studio sopracitato, iniettare nell’atmosfera queste particelle potrebbe generare un potente effetto serra. Di conseguenza, in pochissimi mesi Marte potrebbe riscaldarsi di 50 gradi Celsius. In questo modo inoltre il permafrost del pianeta in questione potrebbe anche scongelarsi.

La scoperta dei ricercatori

Nella polvere di Marte sono presenti ferro e alluminio che però essendo intrappolati non riescono ad assorbire il calore raffreddando quindi la superficie del pianeta. I ricercatori però hanno scoperto che riutilizzarli potrebbe rivelarsi di grande aiuto. Infatti proprio utilizzando l’alluminio e il ferro sono state progettate delle piccolissime particelle sotto forma di nanobarre la cui lunghezza è di 9 micrometri circa. Queste nanobarre rilasciate nell’atmosfera verrebbero trasportate dai venti nell’atmosfera superiore di Marte.

E proprio in tale zona agirebbero da agenti serra. Tali nanobarre consentirebbero alla luce del sole di poter passare e riuscirebbero anche ad intrappolare il calore. In circa 10 anni calcolando 10 litri al secondo ecco che tali particelle potrebbero arrivare al punto di riscaldare il pianeta Marte fino a 30 gradi Celsius. Ovviamente l’aumento della temperatura non è l’unica condizione necessaria per poter vivere su Marte, ma potrebbe comunque rappresentare un primo importante passo.