Recenti immagini catturate dalla sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno rivelato enigmatiche macchie scure sulla superficie di Marte, alimentando speculazioni e fantasie sul web. Alcuni appassionati di astronomia e ufologi hanno ipotizzato la presenza di enormi ragni alieni, intenti a tessere le loro tele cosmiche su questo pianeta apparentemente inospitale.

Le macchie, situate in una regione chiamata “città Inca“, una zona ricca di formazioni geologiche particolari, sembrano effettivamente ricordare la forma di aracnidi giganti, con lunghe zampe che si estendono sulla superficie marziana. L’idea di una colonia di ragni extraterrestri ha scatenato l’immaginazione di molti, alimentando teorie cospirazioniste e dibattiti accesi sui social media.

Queste formazioni, osservate per la prima volta negli anni ’90, sono state oggetto di numerosi studi e analisi da parte degli scienziati. Le immagini ad alta risoluzione fornite dalla Mars Express hanno permesso di esaminare le macchie in dettaglio, rivelando la loro vera natura.

Marte: la verità dietro le macchie

L’ESA ha fornito una spiegazione più terrena, seppur affascinante, per questo fenomeno. Le macchie scure non sono altro che geyser di anidride carbonica intrappolata nel ghiaccio. Durante l’inverno marziano, l’anidride carbonica presente nell’atmosfera si deposita e congela sulla superficie del pianeta, formando uno strato di ghiaccio secco.

Con l’arrivo della primavera e l’aumento delle temperature, il ghiaccio secco sublima, passando direttamente dallo stato solido a quello gassoso. Questo processo genera un aumento di pressione sotto la superficie ghiacciata, che può causare la frattura delle lastre di ghiaccio e la liberazione violenta dell’anidride carbonica in potenti geyser.

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Questi getti di gas possono trasportare materiale scuro, principalmente polvere e detriti, che ricadendo sulla superficie creano le caratteristiche macchie a forma di ragno. La loro forma è dovuta alla distribuzione del materiale espulso e alla direzione dei venti marziani.

Sebbene l’illusione ottica dei ragni giganti sia stata sfatata, la scoperta di questi geyser di anidride carbonica su Marte rimane un’importante testimonianza dell’attività geologica del pianeta e della sua complessa interazione con l’ambiente circostante.