Ci sono personaggi che aiutano a riappropriarsi del senso delle cose. La presenza di Kevin Costner al Magna Graecia Film Festival 2024 è servita proprio a questo. Ha risvegliato la passione per il cinema.
Tra la conferenza stampa e l’incontro con il pubblico di mercoledì, svoltosi il 31 luglio all’Arena di Catanzaro Lido, abbiamo potuto intravedere tutte le sfaccettature di Kevin Costner. L’attore si è rivelato essere un personaggio capace di avere a cuore l’amore per il cinema e la propensione per la narrazione pura di storie, anche a discapito di progetti più fruibili per la massa e maggiori guadagni.
Raccontare l’epopea americana da un altro punto di vista
Kevin Costner ha portato a Catanzaro il primo capitolo della sua saga western, Horizon, che a settembre arriverà alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo secondo capitolo. Costner ha voluto sottolineare come il suo interesse, in questo momento, vada nella direzione dello spendere dei soldi di tasca propria pur di raccontare una parte di storia degli Stati Uniti, che fino ad ora non è stata mostrata nella maniera più accurata.
Volevo tornare in Italia parlando di un film che avevo anche diretto- ha dichiarato- sono molto orgoglioso di questa produzione, che è un viaggio negli Stati Uniti realizzato anche da europei. Noi americani viviamo in un Paese relativamente giovane rispetto a voi europei. Il bisogno di andare a Ovest ha concretizzato i sogni di molte persone, anche europei trapiantati in quelle terre. Però tutto ciò è andato a discapito di popoli che vivevano lì da 15.000 anni. Per me era importante raccontare la storia del West includendo certi personaggi, dando anche molta importanza alle figure femminili.
Kevin Costner ha anche espresso durante il Magna Graecia Film Festival il proprio amore e gratitudine per l’Italia, una nazione che ha saputo dare consensi a delle sue produzioni trascurate negli Stati Uniti. Su tutte c’è Fandango.
Ricordo che durante un’edizione del Festival del Cinema di Venezia ero lì per Silverado, e avevo ricevuto solo una richiesta d’intervista, perché all’epoca, durante la metà degli anni Ottanta, non ero molto famoso. Fui interrotto da un addetto ai lavori nel corso di quell’unica intervista perché voleva che vedessi quante persone stessero guardando Fandango. C’era la sala gremita. Tutto ciò cambiò la mia carriera e mi fece aprire gli occhi. Sono un americano al cento per cento, ma spesso i miei progetti vengono compresi prima in Europa che in America.
Costner ha elogiato la performance di Siena Miller in Horizon, dichiarando anche che un paio degli attori giovani presenti nel film “sono interpreti di cui sentirete parlare per i prossimi 30 anni”.
Il secondo film della saga racconterà eventi duri, ed il terzo ancora di più- ha aggiunto- perché ciò che è successo negli Stati Uniti in quell’epoca non è stata una cosa facile. Trecento anni fa in America non c’era neanche un edificio. C’erano novanta milioni di bufali, era un giardino dell’Eden. Molte persone che vivevano in Europa, quelle delle classi più basse, sentivano parlare di questo posto al di là dell’Oceano. Ma da 15.000 anni c’erano altre persone che vivevano in quel Paese, e sono state private della propria Terra. Penso che sia importante raccontare questa storia.
Riguardo all’America spaccata di oggi, Costner ha detto:
Voglio esercitare il mio diritto di votare, perché tante persone hanno lottato per questo. Spero che ci si evolva, si aneli alla pace ed alla tutela dell’ambiente. Incontro tante persone che hanno questi stessi obiettivi, ma mai come oggi il mondo è pieno di pericoli. Spero che ci si svegli e che i nostri leader siano all’altezza.
E sul fatto di girare un western italiano, Kevin Costner ha dichiarato di sentirsi affine ai paesaggi americani, ma che in Italia “ci sono i luoghi giusti per raccontare una bella storia d’amore”.
Tutto l’amore per il Cinema
Durante il Manga Graecia Film Festival l’attore americano ha ribadito il proprio amore per il grande schermo, ed il fatto che Horizon sarà un film che, nonostante il riscontro non positivo in sala, continuerà ad essere proiettato sul grande schermo anche per i successivi capitoli.
Questo film non è stato accolto bene, ed era successa la stessa cosa anche con Fandango– ha spiegato- viviamo in un’epoca in cui i lungometraggi sono giudicati solo dal week-end d’apertura, ma io credo in questo progetto. Non ho fatto un film per un week-end, ho realizzato un qualcosa con l’intento di colpire i cuori delle persone. Sarebbe facile farmi pagare tanti soldi per replicare i miei vecchi successi, ma, invece, ho scelto di realizzare progetti in cui credo per espandere la mia vita. Il secondo film di Horizon uscirà in sala perché l’ho realizzato per il cinema, e ci ho messo dei miei soldi per produrlo.
Nel corso della sua carriera Kevin Costner è andato al di là della sole performance attoriali. Anche in produzioni non proprie ha voluto proporre idee che, in diversi casi sono divenute, iconiche.
Quando ho partecipato a Bull Durham nel 1988 avevo proposto Unchained Melody come musica per la colonna sonora. In quell’occasione non ebbi possibilità di scelta, perché non curavo la regia, perciò dovetti lasciare stare. Ma l’anno dopo Unchained Melody divenne la canzone simbolo di Ghost. Quando ci fu la produzione di Guardia del Corpo non volli lasciarmi scappare l’occasione, e proposi a Whitney Houston di cantare un piccolo pezzo country chiamato I Will Always Love You. Lei inizialmente non era convinta della cosa, ma le dissi che cantata con la sua voce quel pezzo sarebbe diventato importante. E così fu. Oggi credo che ognuno di voi possa ricordare la prima volta che ha ascoltato questa canzone, e l’emozione che ha provato. Questo è il potere del cinema.
L’interprete premio Oscar ha ricordato anche il senso della sua passione per il cinema, nata fin da piccolo: “All’epoca c’era il sipario che si apriva mostrando il grande schermo, era una cosa bellissima”. E poi ha aggiunto:
Bertolucci diceva che il cinema è l’ultimo luogo in cui seicento persone possono stare sedute al buio godendosi la stessa cosa. Sono contento che il pubblico guardando questo film possa sentirsi nel West, è questo il mio obiettivo. Se un film funziona le persone non lo dimenticheranno mai.
Ed ecco il senso del sentire parlare un personaggio come Kevin Costner. Riappropriarci dell’essenza delle cose, come la passione per il cinema. Costner ha ottenuto la fama mondiale grazie ad una passione capace di portarlo a creare universi narrativi, storie e immagini potentissime. Anche attraverso le sue performance e visioni ci siamo innamorati del cinema e di tutto ciò che è capace di trasmettere.