A quanto pare tre è il numero perfetto in casa Dragon Quest: tre come il numero del capitolo più apprezzato dai fan di lunga data della serie, tre come gli anni passati dal teaser di questa versione HD-2D, tre come i mesi trascorsi dalla scomparsa del maestro dietro al design iconico di tutti i capitoli, l’indimenticabile Akira Toriyama, a tutti noto per essere stato il papà di Dragon Ball.
Tre come anche i remake HD: dopo la versione per iOS/Android e quella Switch di qualche anno fa, Dragon Quest III HD-2D Remake rappresenta il terzo tentativo di ridare luce al capitolo primo della trilogia di Erdrick, per la prima volta però con una versione che sembra davvero apportare delle novità e migliorie su tutti gli aspetti, dal battle system al sonoro, concentrandosi ovviamente su una nuova veste grafica che strizza l’occhio ad altri jRPG nostalgici come Octopath Traveler.
Abbiamo avuto modo di provare per un’ora una versione non definitiva del gioco e sin da subito si coglie la chiara sensazione di nostalgia che questa versione vuole mantenere fortemente nonostante gli aggiornamenti, con lo spirito di conquistare nuovi giocatori ma soprattutto di far riemozionare i fan di vecchia data.
Una nuova veste
Il lavoro più evidente è sulla resa grafica, ovviamente, che riesce a dare nuova vita agli ambienti pur senza snaturarli: ammirare Aliahan in questa inedita profondità di spazi e colori non può che strappare un sorriso e lo stesso vale per la world map, più realistica e suggestiva. Tuttavia, da questa prima prova sembra che il lavoro si sia fermato un po’ a metà, mostrando poca varietà e vivacità: ci sono pochi elementi che forse bastano a godersi il viaggio in una veste tutta nuova, ma la sensazione è che manchi ancora qualcosa per rendere ogni area distintiva e memorabile. In compenso, in quelle aree in cui invece gli elementi e i dettagli sono più numerosi, abbiamo riscontrato cali di frame rate piuttosto drastici quantomeno nella versione Switch in modalità portatile, con la speranza che da qui alla release ufficiale il team possa riuscire a migliorare questo aspetto.
Il resto del compartimento grafico è stato ovviamente aggiornato, con nuovi sprite, sfondi e in particolare animazioni, arricchite e incrementate seppur con l’evidente obiettivo di matenere intatto il feeling originale: qualcuno potrebbe trovarle ripetitive, ma tutto di questa versione HD-2D sembra strizzare l’occhio al passato e all’esperienza originale. Questo non deve però essere una giustificazione per i diversi ambienti e dungeon che sono sembrati un po’ poveri e spenti, seppur gli effetti di luce e ombra contribuiscono a creare un’atmosfera apprezzabile.
Old school o moderno?
Dragon Quest III HD-2D non si limita solo a rifarsi il look ma, come ogni remake di un gioco con ben oltre 35 anni di vita, si impegna a ottimizzare tutti gli altri aspetti e in particolare ad aggiungere diverse migliorie da “quality of life” essenziali per rendere l’esperienza godibile ai giocatori di oggi.
Mentre il core gameplay rimane fedele all’originale con scontri a turni e un focus strategico sulla gestione del party, la possibilità di accelerare i combattimenti dal menù di sistema si rivela essenziale per renderne il ritmo scorrevole e godibile. Rimangono alcuni punti ancora troppo lenti (ad esempio le schermate di riepilogo durante i level up) ma anche qui la velocizzazione dei testi si rivela più che benvenuta. Da non sottovalutare inoltre il combattimento “automatico” e la strategia del party, tramite il quale sfruttare l’IA per far agire i propri compagni nel modo più adatto senza dover affrontare ogni scontro manualmente, almeno contro i nemici più comuni.
L’unico rischio rimane legato al bilanciamento della difficoltà: nonostante sia possibile regolarla dal menù, il rischio di ritrovarsi durante l’avventura in un dungeon improvvisamente più difficile rispetto al proprio livello non si adatta bene alla strategia automatica e mantiene da un lato fedeltà all’opera originale ma dall’altro costringe il giocatore a sessioni di level up un po’ troppo old school anche per un remake così “nostalgico”.
Restauro
Sembra abbastanza evidente che questa versione potrebbe diventare la migliore con cui godersi la prima parte della storia di Erdrick, ritenuta dai fan di lunga data la migliore dell’intera serie. La colonna sonora e le iconiche musiche di Koichi Sugiyama, ora orchestrate, riescono a mantenere la magia delle composizioni originali ma aggiungono una profondità emotiva che arricchisce ogni momento di gioco, regalando ai giocatori sia vecchi che nuovi un’esperienza sonora davvero coinvolgente.
Ad essa si affiancano le cutscene in HD-2D e l’effetto finale non può che essere gradevole, tuttavia in questa prova ci siamo trovati di fronte un prodotto ben realizzato e rispettoso delle sue radici, ma che non ci ha sbalordito o coinvolto come speravamo, dandoci l’impressione di voler essere più un restauro che un vero remake; in particolare chi ha già giocato recentemente a qualcuno degli altri remaster potrebbe non avere abbastanza motivi per cimentarsi con questa nuova versione.
In conclusione, Dragon Quest III HD-2D Remake sembra essere un remake promettente che riesce a bilanciare nostalgia e innovazione. La nuova veste grafica e sonora, insieme alle migliorie nel gameplay, rendono questo titolo un’esperienza che merita l’attenzione di tutti i fan degli RPG, vecchi e nuovi; tuttavia, ci sono ancora alcuni aspetti da perfezionare per garantire che ogni elemento del gioco risplenda come merita.
Se riusciranno a risolvere le piccole criticità emerse durante la nostra prova, Dragon Quest III HD-2D Remake potrebbe diventare finalmente la versione definitiva del capitolo più amato della serie, offrendo ai giocatori un viaggio emozionante attraverso uno dei mondi più amati della storia dei videogiochi, da proseguire in futuro con i remake HD-2D degli altri due capitoli della trilogia di Erdrick, in arrivo nel 2025.
Siamo fiduciosi che Square Enix riuscirà nell’impresa in tempo per l’uscita del gioco, prevista per il 14 novembre 2024 su PS5, Xbox Series S/X, Nintendo Switch e PC.