Aeroplani: il destino dei velivoli dismessi

Gli aeroplani sono una grande fonte d’attrazione, e ciò è dovuto alla loro grandezza. Inoltre, rappresentano una grande invenzione del nostro tempo, in quanto permettono di muoversi facilmente e di percorrere tratte molto lunghe. Quello che però molti non sanno è che smaltire tali mezzi non è molto semplice.

I cimiteri degli aeroplani, infatti, nascono dall’esigenza di dover smaltire gli aerei che ormai non funzionano più. Di solito questo accade dopo circa 25 anni di funzionamento. Ovviamente non si tratta di una legge universale in quanto la vita dell’aereo può dipendere da alcuni fattori come la manutenzione fatta negli anni o anche le tratte percorse.

I velivoli non funzionanti non vengono riciclati: ecco perché

Una domanda che quindi potrebbe sorgere a tal proposito è la seguente: perché, dopo 25 anni, è meglio buttare un aeroplano piuttosto che ripararlo? La risposta è da rintracciare nei costi piuttosto alti dovuti alla riparazione. Di solito per rimettere in funzione un aeroplano occorre una cifra importante. Si parla, nello specifico, di una cifra che si aggira intorno ai 100mila euro.

Oltre a ciò, bisogna accettare l’idea che la tecnologia avanza sempre di più. Gli aeroplani prodotti 25 anni fa sono del tutto diversi da quelli di nuova produzione che sono più avanzati e moderni. Inoltre, lo smaltimento dell’aeroplano è piuttosto complicato per via del suo materiale. Di solito questi mezzi sono fatti di alluminio, che è un materiale 100% riciclabile, ma non solo: l’alluminio viene unito ad altri elementi. Sono tutti questi i fattori che determinano la nascita dei cimiteri degli aeroplani che accoglie i mezzi dismessi.

Cosa accade nel cimitero degli aeroplani: quello che c’è da sapere

Quando un aereo non funziona più, di solito viene depositato e abbandonato nel cimitero apposito. Il processo che prende il via è piuttosto analogo per tutti i cimiteri. Si inizia con il lavare l’aereo e con l’eliminazione di elementi inquinanti presenti al suo interno come la benzina.

Una volta eseguita questa fase, l’aereo viene registrato in un database e poi trattato con alcuni prodotti come quello antiruggine. Infine l’aereo viene posizionato nel suo posto di stoccaggio.

Si parla di operazioni semplici che però permettono poi uno smaltimento ottimale dell’aereo. Quello che però accade nella maggior parte dei casi è che gli aerei vengano lasciati lì per diverso tempo.

I cimiteri degli aeroplani durante la storia

La nascita dei cimiteri degli aeroplani non è un’idea nuova. Tali cimiteri sono nati a fine della Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui gli USA avevano circa 65.000 aerei militari non funzionanti.

I numeri degli aerei non funzionanti aumentarono anche da quando essi divennero un vero e proprio mezzo di trasporto. Con la nascita degli aerei di linea si ebbe un incremento esponenziale della loro produzione. Tutto ciò ha portato, con gli anni, ad un incremento e ad un accumulo degli aerei non funzionanti che dovevano essere smaltiti. Ecco che sono nati sempre più cimiteri, pronti ad accoglierli.

Ad oggi uno dei cimiteri degli aeroplani maggiormente conosciuto è AMARG. Si tratta di uno dei cimiteri più grande e infatti ospita circa 4.000 aeroplani non funzionanti. Probabilmente i cimiteri degli aeroplani tenderanno ad aumentare con gli anni anche se, sempre più, si cerca di pensare a progetti per il loro smaltimento. Ad esempio alcuni progetti hanno previsto lo smaltimento dell’aereo utilizzando alcune sue parti come elementi d’arredo.

Altri aerei sono diventati delle vere e proprie opera d’arte che sono state esposte in vari musei. Uno tra questi è il progetto del museo PIMA. Questo dimostra come sia possibile smaltire questi mezzi utilizzando la fantasia e la creatività. Due ingredienti questi che spesso, come in questo caso, fanno una grande differenza.