Lo sciopero SAG-AFTRA è terminato, ricostruzione e ipotesi future

Sciopero SAG-AFTRA

Sembra ieri l’ultima volta che ci siamo “visti” per parlare dello sciopero SAG-AFTRA (potete recuperare l’articolo qua), quando in realtà si trattava addirittura dell’ultima settimana di agosto. Forse risulta essere poco tempo perché il caldo terribile che c’era quei giorni ci ha accompagnato fino a non più di una settimana fa dalle coordinate temporali in cui viene scritto questo articolo o forse perché il tempo vola e basta. Nel frattempo si sono tenute l’80esima edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia (senza americani) e la 18esima Festa del Cinema di Roma, ci sono stati rinvii continui (alcuni anche recentissimi) ed è terminato lo sciopero degli sceneggiatori (qui per leggere tutto al riguardo).

Insomma, il mondo è andato avanti, anche se non per il meglio (com’è uso di questi tempi) e anche il mondo cinema è andato avanti, tanto da far pensare che lo stallo delle trattative potesse continuare a perdurare, anche se la prospettiva di una finestra natalizia senza possibilità di promozione da parte dei grandi nomi attrattivi di Hollywood faceva pensare ad un ostacolo effettivamente troppo grande. “Solo” allo stato attuale, per dire, si stima che le perdite del circuito ammonterebbero intorno ai 5 miliardi di dollari.

Da qualche giorno si era infatti cominciato a respirare un clima diverso intorno alle trattative tra il sindacato degli attori e l’AMPTP (l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, cioè gli studios) per poi arrivare alla notizia risolutiva delle 9 di questa stamattina (orario italiano), proveniente dal profilo X di SAG-AFTRA, a cui ha fatto seguito la dichiarazione della parte posta dall’altro lato del tavolo delle trattative, la quale parla addirittura del raggiungimento di un “un nuovo paradigma”.

SAG-AFTRA STRIKE IS OVER.

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Come siamo fin arrivati qua

Tutto è cominciato il 14 di luglio, quando i membri del sindacato attori si erano uniti allo sciopero WGA a causa di una situazione che ormai ad Hollywood era diventata insostenibile per i lavoratori del settore cinematografico e televisivo ad ogni livello. Anche se con le dovute differenze del caso, tutto non è mai uguale a tutto.

Fatto sta che le condizioni erano diventata tali da creare un fronte comune contro le politiche di sfruttamento delle grandi case di produzione, sia dal punto di vista economico, sia creativo e sia dell’immagine. Uno scontro durissimo e aspro fin da subito, tant’è che le due parti si preoccupavano soprattutto di mostrarsi rigide e inconciliabili l’una con l’altra, soprattutto a sentire le dichiarazioni della portavoce degli attori, Fran Drescher, e quelle di alcuni tra i più importanti esponenti degli studios, tra cui il CEO Disney Bob Iger e uno di quelli più importanti di Netflix, Ted Sarandos. Una situazione che arrivò dunque rapidamente ad uno stallo, nonostante una paralisi non poteva favorire evidentemente nessuno.

Le cause della determinazione degli attori nell’assumere una posizione del genere e di aver continuato a scendere nelle strade ininterrottamente è da ricercarsi nella loro enorme importanza sia nella promozione che per la produzione e, lato non trascurabile, nella grande ricchezza di una minoranza del sindacato, che non si è fatta problemi a sostenere l’iniziativa in tutto e per tutto (pare che attori come George ClooneyMatt DamonLeonardo DiCaprioHugh Jackman, Nicole Kidman, Jennifer Lopez, Ben Affleck, Ryan Reynolds, Blake Lively, Julia Roberts, Arnold Schwarzenegger, Dwayne JohnsonMeryl Streep si siano spinti a donare un milione di dollari ciascuno).

Sciopero Attori

Sebbene si sia arrivati all’accordo per la fine dello sciopero WGA alla fine di settembre (precisamente il 24),  l’altra corrente è arrivata ad ottobre in pieno fervore da manifestazioni, gettando Hollywood nel caos più totale e continuando senza una benché minima prospettiva di accordo all’orizzonte. Addirittura dopo l’incontro avvenuto alla metà mese scorso, c’è stato un ulteriore, importantissimo, allontanamento che ha portato le parti a riconfrontarsi dopo addirittura due settimane di silenzio (qui per approfondire), all’inizio molto timidamente (ci sono state lettere aperte firmate da grandissimi nomi le quali riportavano spesso la decisione di continuare ad oltranza lo sciopero pur di non perdere terreno nei confronti delle questioni cardine sul tavolo).

Non è un mistero che ad Halloween si pensava che ormai quest’anno non si sarebbe mosso più nulla (lo testimoniano i continui rinvii), ma poi, piano piano, qualcosa è cambiato, fino ad arrivare alla mezzanotte di mercoledì 8 novembre).

I termini della fine dello sciopero

Nello storico comunicato SAG-AFTRA per annunciare la fine dello sciopero,  il “Comitato per le Negoziazioni TV/Teatrali” parla di un accordo provvisorio raggiunto con l’associazione delle case di produzione e di una sospensione dello sciopero, anche se sembra poco più di una puntualizzazione visto che dopo si parla di “celebrazioni” che nei prossimi giorni ci saranno negli Stati Uniti. Ma entriamo nello specifico dei termini che hanno reso possibile la conclusione di un braccio di ferro durato 118 giorni .

Si parla della chiusura di un contratto dal valore complessivo di oltre un miliardo di dollari, che include il tanto richiesto aumento di compensi, il più alto nella Storia dell’industry (comprensivo anche di un aumento del cachet per le comparse), e l’inclusione di un inedito bonus per la partecipazione allo streaming. Ricordiamo infatti che una delle criticità maggiori all’inizio delle trattative era quella di non avere (o di non mettere in atto) un sistema in grado di regolamentare in termini economici la visione dei contenuti audiovisivi su piattaforma, essendo rimasti ancorati ad una logica strettamente legata alla messa in onda e non alla riproduzione.

La seconda parte, quella che più ha fatto rumore dal punto di vista mediatico, visto anche il suo collegamento in sempre più aree della vita quotidiana della parte benestante del pianeta Terra, riguarda invece la minaccia dell’IA. Il comunicato infatti specifica che le parti hanno raggiunto un accordo che permetterà a tutti i membri SAG-AFTRA di venire protetti dall’uso dell’Intelligenza Artificiale. I dettagli saranno rivelati nei prossimi giorni ed è inutile nascondere che quelli inerenti a questo aspetto siano quelli più attesi.

Dulcis in fundo si è ottenuto anche l’aumento dei limiti precedenti previsti per i piani pensionistici e sanitari.

Adesso che succede?

Sciopero SAG-AFTRA e WGA

Mentre la paralisi dovuto allo sciopero SAG-AFTRA si avvia alla conclusione il pensiero non può non correre verso previsioni riguardanti la ripresa del processo produttivo di alcuni dei titoli più attesi della fine di questa stagione (anche se ormai sembra veramente troppo tardi) e quelli della prossima.

Tra le prime operazioni che possono venire in mente c’è sicuramente Deadpool 3 (che non arriverà a maggio, ma probabilmente in estate), i cui lavori, secondo fonti più o meno certe, erano ormai giunte circa a metà corsa, il nuovo capitolo di Beetlejuice, a cui mancava appena un giorno di riprese, e anche quello de Il gladiatore, che Ridley Scott stava montando. In lizza c’è poi Venom 3 (la cui uscita è stata di recente rimandata a novembre del 2024) e l’ultimo film di Clint Eastwood, Juror No. 2, anche questo prossimo alla fine delle riprese al momento dell’inizio dello sciopero.

I titoli che invece ora potranno cominciare ad avere un proprio sviluppo sono quelli del nuovo Mortal Kombat e del film di Minecraft per esempio, ma, soprattutto, potremmo finalmente vedere come comincerà a prendere forma il nuovo universo della DC.

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