Ora che è nelle sale cinematografiche il film Shark 2 – L’abisso, si sta tornando a parlare di squali, e si stanno riproponendo maratone e visioni di cult, e non solo, su squali, animali marini ed animali assassini in generale (senza considerare che quella passata è stata la Shark Week). Ma quando è nata la reale paura nei confronti di questo predatore marino, e qual è stata l’ispirazione de Lo Squalo? Proveremo a rispondere a questa domanda qui di seguito, raccontandovi la storia vera dietro al cult di Steven Spielberg.
L’estate di terrore del 1916 in New Jersey
La vicenda che ha ispirato Lo Squalo è avvenuta tra l’1 ed il 12 luglio del 1916, quando un uomo di nome Charles Vansant venne attaccato e rimase mutilato in mare. Si trovava a Beach Haven, nel New Jersey. Ad attaccarlo era stato uno squalo che lo aveva morso privandolo degli arti. Poco dopo Vansant morì dissanguato.
Ma il terrore non si fermò ed arrivò anche a Spring Lake, a pochi chilometri da Beach Haven, dove ad essere attaccato fu un altro uomo, Charles Bruder. Il morso di uno squalo lo privò di entrambe le gambe, ed anch’egli morì dissanguato. Gli eventi terribili di quell’estate 1916 in New Jersey continuarono a susseguirsi, dopo che in un fiume un bambino di 10 anni, il cui nome era Lester Stilwell, venne morso e trascinato sott’acqua. A nulla valsero i tentativi di soccorso del ventenne Watson Stanley Fisher, che anch’egli morì sbranato dallo squalo nel tentativo di riportare a galla il bambino.
Ma le vicende drammatiche di quell’estate non si conclusero con la morte di Lester Stilwell e di Watson Stanley Fisher, considerando che, sempre in quel fiume, lo squalo attaccò il piccolo Joseph Dunn, che fu però l’unico sopravvissuto. Il terrore provocato da quelle morti portò le città marittime ad inserire nelle spiagge pubbliche delle reti di metallo per proteggere i nuotatori. Si generò un vero e proprio panico da squali.
Spiegazioni e nascita del mito
Successivamente, dopo che partì una vera e propria caccia “al mostro”, fu pescato uno squalo bianco nei pressi del fiume Raritan, e si pensa che sia stato quello il responsabile degli attacchi. Nello stomaco dell’animale furono rinvenuti resti umani.
Il motivo di quegli attacchi fu dovuto al fatto che quella del 1916 fu un’estate caratterizzata da una forte ondata di caldo e da un’epidemia di poliomielite che colpì il nord-est degli Stati Uniti. Di conseguenza si postarono sulle coste del New Jersey sia tante persone, che un certo quantitativo di squali, e questo, secondo gli studiosi, fu il motivo di quegli attacchi anomali.
Ma, Gli eventi avvenuti nell’estate del 1916 in New Jersey colsero di sorpresa gli studiosi, e provocarono un vero e proprio choc nella gente comune. Approfittando di questa storia Peter Benchley pubblicò nel 1974 Lo Squalo, il romanzo che divenne subito un bestseller da 20 milioni di copie vendute, e da cui Steven Spielberg trasse il cult del 1975 che tutti conosciamo. Ne nacque una vera e propria icona pop, capace di generare un culto ed allo stesso tempo un vero e proprio terrore per i bagnanti di tutte le età, e di diverse generazioni. Prima del 1916, gli studiosi americani dubitavano che gli squali potessero attaccare le persone senza subire prima delle provocazioni.
Ma il terrore nei confronti degli squali ha provocato nel tempo un serio attacco alla sopravvivenza di questi animali, che in realtà non sarebbero così assetati di sangue nei confronti degli uomini. Lo stesso Steven Spielberg si è dichiarato dispiaciuto per il fatto che il suo film abbia generato questo accanimento così forte nei confronti di questi predatori marini.
Ma anche a ciò serve la Shark Week, e forse a questo servirà anche la rappresentazione camp e comedy del Megalodonte in Shark 2 – l’Abisso, al cinema dal 3 agosto, un film che cercherà di rendere la figura dello squalo un po’ più caricaturale rispetto a quella terrificante che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni.