L’evoluzione urbana ha dato luogo a fenomeni eccezionali di adattamento tra gli insetti e gli esseri umani. Alcune specie, come il silvano, hanno sviluppato sistemi digestivi adattati al nostro grano, mentre altre, come la blatta fuochista, si sono evolute per adattarsi alla “vita casalinga” fornita dagli umani, ma perdendo la capacità di sopravvivere all’aperto senza i nostri comfort.
Il ritmo delle mutazioni negli insetti è accelerato a causa dei tempi riproduttivi rapidi e della numerosità della popolazione. Questo ha portato alla formazione di nuove specie, come la Culex molestus, la zanzara della metropolitana di Londra, che si è evoluta in ambienti sotterranei e potrebbe presto dare origine ad altre nuove specie. Ciò è reso possibile anche dal fatto che le grandi città rappresentano nuovi ecosistemi simili, grazie a sistemi di trasporto, tecnologie e materiali condivisi, oltre alla costante mobilità degli esseri umani e delle specie che li accompagnano.
Gli scienziati cooperano a livello internazionale attraverso progetti di biologia urbana, come il Global Urban Evolution, che coinvolge 160 città in 5 continenti, permettendo la raccolta e la condivisione di dati sul trifoglio bianco, una pianta in evoluzione simile in ogni zona urbana. Questa evoluzione si traduce in una diminuzione di acido cianidrico, la sostanza che protegge la pianta dagli erbivori.
La convivenza forzata di specie introdotte dall’uomo nelle metropoli ne accelera ulteriormente i processi evolutivi, in quanto una mutazione in una specie può comportare un adattamento nell’altra, soprattutto nel caso di prede e predatori.
Le città più interessanti dal punto di vista dell’evoluzione urbana, secondo alcuni studiosi, sono quelle più fortemente cementificate, dove gli animali sono costretti ad adattarsi a un ambiente completamente antropizzato. Progetti di citizen science, come Squirrel Mapper e SnailSnap, permettono di raccogliere dati e fotografie dagli abitanti delle città per studiare l’adattamento di specie come gli scoiattoli e le lumache a questi nuovi ambienti. L’uso di intelligenza artificiale e di sistemi di riconoscimento delle immagini può supportare ulteriormente gli sforzi dei biologi nello studio dell’evoluzione urbana.