Spese familiari in calo nel 2023: restano sopra i livelli pre-pandemia
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che questa tendenza potrebbe avere effetti negativi sull'economia.

Le spese obbligate delle famiglie italiane sono diminuite leggermente rispetto al 2022, ma si mantengono ancora al 41,5% del totale dei consumi nel 2023. Questa percentuale rappresenta una diminuzione di quasi 1 punto percentuale rispetto all’anno precedente, quando era al 42,7%, ma rimane ancora 1 punto più alta rispetto al 2019, pre-pandemia, e 5 punti sopra il livello del 1995.
L’indagine condotta dall’Ufficio studi di Confcommercio rivela che la voce principale di queste spese obbligate è rappresentata dall’abitazione, che ammonta a 5.062 euro. All’interno di questa categoria, l’energia, il gas e i carburanti costituiscono un peso rilevante, raggiungendo un totale di 1.976 euro. Questo si traduce in un’incidenza del 9,4% sul totale dei consumi nel 2023. In particolare, i costi energetici sono aumentati notevolmente nell’ultimo anno, raggiungendo livelli superiori rispetto al periodo pre-pandemico.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che questa tendenza potrebbe avere effetti negativi sull’economia, riducendo il benessere dei consumatori e frenando la crescita della propensione al consumo. La componente prezzi è uno dei principali fattori che hanno contribuito all’aumento delle spese obbligate nel corso degli anni. Tra il 1995 e il 2023, il prezzo medio dei beni commercializzabili è cresciuto del 53%, mentre il prezzo delle spese obbligate è aumentato del 120%, con la componente energia che è cresciuta del 175%.
Confcommercio avverte che anche se nel 2023 la quota di spese obbligate è diminuita leggermente, difficilmente si ridurrà ulteriormente al di sotto del 40%, suggerendo che ciò potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita economica. Per stimolare la crescita e il benessere dei consumatori, si rende necessario intervenire con decisione sulla riduzione del cuneo fiscale e della spesa pubblica inefficiente.
Inoltre, la crescita dei consumi energetici e i relativi costi hanno contribuito in modo significativo alla situazione attuale, dove le spese obbligate rimangono ancora sopra i livelli pre-pandemia. Inoltre, la quota di energia, gas e carburanti rispetto ai consumi totali è passata dal 7,2% nel 2019 al 10,2% nel 2022, per poi scendere al 9,4% nel 2023.
L’analisi di Confcommercio evidenzia che la spesa obbligata delle famiglie è cresciuta in modo significativo in relazione alla componente energetica, che ha avuto un aumento medio del 3,7% all’anno negli ultimi 28 anni. Per mitigare l’impatto delle spese obbligate sulla crescita economica e sul benessere delle famiglie, si rendono necessarie politiche mirate a ridurre i costi energetici e a migliorare l’efficienza degli impianti di riscaldamento e condizionamento domestico.


