The Crowded Room: la recensione della serie con protagonista Tom Holland

La tanto chiacchierata serie Apple con protagonista Tom Holland è finalmente approdata nel catalogo della piattaforma streaming e possiamo parlarne con dovizia di particolari. Troppi rumor avevano avvolto lo show per poter anche solo pensare di giudicarlo con il giusto rigore. L’attenzione ovviamente è totalmente rivolta su Tom Holland. L’interprete dello Spider-Man firmato MCU è il protagonista della serie ispirata al romanzo di Daniel Keyes, disponibile anche in italiano con il titolo Una stanza piena di gente.

Posso già anticiparvi che lo show è soltanto ispirato al testo di Keyes ed al fatto di cronaca nera realmente accaduto nel 1977. Personaggi e avvenimenti a conti fatti divergono profondamente. Lo show tiene incollato lo spettatore allo schermo, episodio dopo episodio si viene spinti a proseguire la visione per scoprire la verità che si cela dietro al protagonista. The Crowded Room, come un puzzle, pian piano ricompone tutti i frammenti del protagonista e ci regala plot twist ad ogni episodio.

Tom Holland è all’altezza del ruolo, fragile e forte, un vero controsenso in carne ed osa che trova spiegazione solo nel disturbo della multipersonalità. Ecco la nostra recensione di The Crowded Room.

Consigliamo la visione dello show unicamente ad un pubblico di adulti. Le tematiche delicate e complesse di The Crowded Room non riuscirebbero ad essere comprese ed elaborate a dovere da un bambino. Onestamente è una serie scritta, ideata e realizzata solo per un pubblico maturo, per quegli spettatori che sono in grado di discernere responsabilità da patologia, colpevole da vittima. 

The Crowded Room: tra realtà e finzione

Se siete appassionati di storie true crime non potete perdere la nuova serie Apple. Lo show firmato dalla mela morsicata con protagonista Tom Holland è ispirato, solo liberalmente, al romanzo di Daniel Keyes, disponibile anche in italiano con il titolo “Una stanza piena di gente”. Il testo è una vera e propria biografia del criminale reale che nel 1977 rapì, torturo e violentò tre studentesse e che durante il processo venne prosciolto da tutte le accuse poiché affetto dal disturbo della multipersonalità. Questo caso ha fatto giurisprudenza in America, segnando l’inizio dello studio sul disturbo e dell’attenzione da parte dei giudici e della giuria verso le infermità mentali. 

Forse questa storia vi ricorda Split? In effetti la fonte d’origine è la stessa ma la serie è parecchio diversa rispetto al film con protagonista James McAvoy. Se la pellicola diretta da M. Night Shyamalan partiva da premesse molto simili a quelle del romanzo, ma poi sfociava in un perfetto horror paranormale, la serie tv Apple, invece, resta profondamente ancorata ad una narrazione realistica, anche se sceglie di mostrare mediante personificazioni concrete, a vantaggio di noi spettatori, le multipersonalità del protagonista. 

Danny è un giovane ragazzo che fin da subito appare, come anche la madre lo definisce, diverso ed estremamente sensibile. È dolce e premuroso. Manifesta fin dalle prime inquadrature un estremo affetto nei confronti della madre e una sensazione di rifiuto e disagio verso il patrigno. Lo spettatore in pochissimo tempo si accorge che tra i personaggi vige più di un segreto. Danny è profondamente solo, emarginato e isolato. Viene deriso a scuola e considerato un ragazzo “strano”. Viene costantemente bullizzato e deriso, solo nella pittura trova pace e il giusto modo in cui esprimersi. Danny è un giovane ragazzo che ha visibilmente bisogno d’aiuto e di sostegno ma nessuno è pronto o desideroso di fornirglielo, nemmeno la madre che persiste ad ignorare qualsiasi segnale d’allarme da parte del figlio.

Nella prima parte dello show la narrazione si focalizza sul protagonista interpretato da Tom Holland. Seguiamo la sua storia dall’infanzia alla prima età adulta. La vita di Danny è costellata di perdite: prima lo abbandona il padre poi perde il fratello gemello, Adam. Per essere più precisi, questa è la visione della realtà secondo Danny e secondo la madre, interpretata dalla giovane Emmy Rossum. Sediamo subito le polemiche: Emmy Rossum ha sì solo 10 anni in più di Tom Holland ma all’interno della serie tv è perfettamente credibile che tra i due esista una relazione madre-figlio. La donna ha avuto il suo bambino alla tenera età di 16 anni e, benché lo show scelga di raccontare sia i primi anni di vita del protagonista che il momento successivo all’arresto, l’attrice viene adeguatamente vestita e truccata per rappresentare gli anni che il personaggio dovrebbe avere nelle varie scene della serie. 

Stesso volto per più di un personaggio: Tom Holland non è solo Danny in The Crowded Room

The Crowded Room, come avrete intuito se conoscete anche solo per sentito dire la storia, è marcatamente divisa in due parti. La suddivisione della serie è davvero netta e serve sia per accattivare lo spettatore e tenerlo incollato allo schermo, insinuandoli il dubbio, che per narrare la stessa storia seguendo due generi differenti: il thriller ed il drama.

La prima parte viene raccontata dal protagonista. Lo spettatore segue il punto di vista di Danny ed apprende la realtà dei fatti per come il soggetto li ha percepiti. Tutto viene filtrato dagli occhi del ragazzo e quindi, ovviamente, distorto. Il pubblico per i primi 5 episodi visionerà un vero thriller in cui però mancano palesemente dei pezzi. A colmare le lacune e a ricostruire fedelmente il puzzle interverrà la seconda parte dello show Apple. Grazie al punto di vista della dottoressa Rya, interpretata da Amanda Seyfried, a partire dal sesto episodio della serie la sceneggiatrice di The Crowded Room, Akiva Goldsman, ha scelto di ricostruire l’intero show.

Nella seconda metà della serie scopriamo che il protagonista ha vissuto solo metà, o forse anche meno, dei fatti realmente avvenuti. Danny era si fisicamente presente durante l’intera durata degli eventi ma mentalmente era assente. Rya introduce all’interno dello show il complesso tema del disturbo dissociativo della personalità. Grazie alle attenzioni della dottoressa ripercorriamo per i restanti 5 episodi della serie ciò che già avevamo visto, ma seguendo, questa volta, i punti di vista degli “altri Danny”. Si, all’interno del giovane ragazzo esisto altre personalità indipendenti ed autonome. Danny è di fatto il raccoglitore di più persone distinte, con una storia concreta ed una vita parallela. Solo Danny è all’oscuro dell’esistenza degli “altri”. La scelta ovviamente non è casuale. Le personalità che sono di fatto personificazioni concrete e per Danny tangibili, tanto che le credeva sue amiche, non sono altro che esternazioni delle emozioni represse e nascoste del protagonista. Come sostiene il personaggio di Amanda Seyfried, la scissione interna e la successiva compartimentazione nella mente di Danny è avvenuta quando era un bambino innocente a seguito di un trauma generalmente legato agli abusi sessuali. Lo show spiegherà e colmerà ogni lacuna, anche se il protagonista tenterà fino all’ultimo secondo di conservare i suoi segreti. 

Tom Holland è stato all’altezza del ruolo?

Tom Holland, The Crowded Room

La risposta al titolo di questo paragrafo non può che essere affermativa. Si, Tom Holland è stato all’altezza del ruolo. Sono le micro espressioni che lo hanno reso davvero il personaggio della storia. Holland muove rapidamente la bocca, ha brevi scatti che lo rendono al tempo stesso fragile, volutamente bizzarro e mostrano perfettamente quanto il suo personaggio si senta solo ed emarginato. L’interprete dello Spider-Man dell’MCU è un attore che si dimostra molto espressivo senza risultare eccessivo ed al tempo stesso è sensibile e attento ai minimi dettagli.

Sono presenti due momenti , in particolare, all’interno della serie in cui Holland passa da una personalità all’altra. Sono questi due istanti a risultare davvero sorprendenti. Tom grazie a The Crowded Room conferma che è l’attore giusto per interpretare personaggi estremante sensibili, delicati e fragili, caratterizzati da un passato tormentato e costellato di perdite. Holland non è solo Spider-Man. Purtroppo, essendo gli altri Danny, per gran parte della serie, in carne ed ossa, non vediamo Tom Holland sbizzarrirsi più di tanto nell’interpretare diversi ruoli. Resta il fatto che quanto letteralmente passa, nel giro di pochissimi attimi, da una personalità all’altra, risulta estremamente credibile. 

Forse i più attenti avranno già notato la delicatezza e la bravura di Holland visionando già Cherry, pellicola diretta dai fratelli Russo e disponibile sempre su Apple TV+. Anche nel film dei registi di Avengers Infinity War Holland esprime al meglio le sue potenzialità e doti espressive.

Da segnalare anche la bravissima, come sempre, Amanda Seyfried nei panni della dottoressa e psichiatra Ryan. La Seyfried è davvero l’attrice perfetta per ruoli di questo tipo. Sa farsi notare ed emergere senza sovrastare il protagonista. Non recita per spaccare sugli altri ma per rendere giustizia al suo personaggio. Amanda ha forse avuto troppe poche opportunità di brillare a livello cinematografico. Speriamo che riceva presto la giusta attenzione che merita. 

Da segnalare l’eccellente qualità visiva dei prodotti firmati Apple TV+. La qualità estetica dei prodotti Apple è impareggiabile, già solo per il fatto che l’esperienza di visione è davvero immersiva grazie alle immagini in movimento a tutto schermo. Apple con The Crowded Room si conferma all’altezza delle aspettative per regia, fotografia e scrittura. Ogni reparto dei prodotti audiovisivi Apple sfiora sempre l’eccellenza. La cura che viene prestata agli show della grande mela è assoluta e praticamente senza eguali. 

The Crowded Room: serie tv vs romanzo 

Come vi accennavo in apertura, The Crowded Room è liberamente ispirata al romanzo di Daniel Keyes, disponibile anche in italiano, nell’edizione flessibile firmata Nord Edizioni, con il titolo Una stanza piena di gente. Se il testo si propone di narrare fedelmente i fatti di cronaca realmente avvenuti nell’America degli anni ’70, la serie tv prende la storia di William Stanley Milliga solo come punto di partenza ed ispirazione per narrare la propria avventura. Tra serie tv e romanzo sussistono quindi profonde differenze. Se avete apprezzato il testo di Keyes non vi aspettate di ritrovarlo adattato per filo e per segno nello show Apple con Tom Holland.

Il romanzo best seller di Daniel Keyes è di fatto una vera e proprio biografia del criminale più famoso di fine anni ’70. Il testo si apre il 27 ottobre 1977, quando la polizia di Columbus arresta il ventiduenne Billy Milligan con l’accusa di aver rapito, violentato e rapinato tre studentesse universitarie. Billy ha vari precedenti penali e contro di lui ci sono prove schiaccianti. Nonostante l’innegabilità dei fatti, durante la perizia psichiatrica richiesta dalla difesa emerge una verità sconcertante: Billy soffre di un gravissimo disturbo dissociativo dell’identità. Nella sua mente vivono ben 10 (poi identificate fino a 23) personalità distinte, che interagiscono tra loro, prendono di volta in volta il sopravvento e spingono Billy a comportarsi in maniera imprevedibile. Il testo è stato scritto con l’aiuto di Billy in persona.

Capirete bene che lo show di casa Apple, pur rispettando la matrice d’origine racconta una storia diversa. Il protagonista ha un nome, delle personalità e un vissuto differente nella serie rispetto che al romanzo. La scena è sicuramente voluta dal fatto che rappresentare 23 personalità sarebbe stato parecchio difficile, ma comunque possibile, considerati i 10 episodi a disposizione, anche se il vero motivo riede nella volontà di raccontare una storia nuova, non solo per gli spettatori ma anche per i lettori. In fin dei conti The Crowded Room è una storia in cui l’attenzione viene posta sulla salute mentale e sulla cura di una patologia per troppo tempo ignorata. Il cuore delle vicende non viene modificato. Resta da sottolineare che i lettori potrebbero restare delusi. 

80
The Crowded Room
Recensione di Chiara Giovannini

L’interprete dello Spider-Man firmato MCU è il protagonista della serie ispirata al romanzo di Daniel Keyes, disponibile anche in italiano con il titolo Una stanza piena di gente. Lo show Apple, pur essendo diverso rispetto al romanzo, è un ottimo thriller che fonde in 10 episodi l'anima tormentata del protagonista con l'esplorazione della tematiche del disturbo dissociativo della personalità.

ME GUSTA
  • è un ottimo thriller che saprà tenere gli spettatori incollati allo schermo
  • Tom Holland è all'altezza del ruolo
  • La qualità estetica della serie è indiscutibile
  • Lo show sorprenderà persino i lettori del romanzo
  • La serie è ricca di plot twist e divisa nettamente in due parti
FAIL
  • Forse la prima metà della storia può risultare leggermente prolissa
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