Tumore polmonare a piccole cellule: terapia innovativa per gli over 65
I risultati indicano che nella popolazione anziana, la lurbinectedina sembra essere superiore alla terapia standard in termini di efficacia.

La PharmaMar, azienda farmaceutica spagnola, ha presentato al Congresso di oncologia Asco (Società americana di oncologia medica) a Chicago una panoramica degli studi sulla terapia con lurbinectedina per il tumore polmonare a piccole cellule (Sclc), con particolare attenzione al trial internazionale Lagoon e a un’indagine condotta su pazienti sopra i 65 anni. La lurbinectedina è un inibitore della trascrizione oncogenica attivo nei tumori dipendenti dalla trascrizione.
Uno studio di fase II su pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule trattati con lurbinectedina come seconda linea terapeutica ha mostrato un tasso di risposta globale del 35,2% e una durata mediana della risposta di 5,3 mesi, con risposte che si sono protratte per più di 6 mesi nel 43,0% dei casi. Sulla base di questi risultati, la lurbinectedina ha già ottenuto l’approvazione accelerata dalla FDA negli Stati Uniti e in altri paesi, tra cui la Svizzera. Per l’approvazione definitiva, si attendono i risultati dello studio di fase III Lagoon, che coinvolge 705 pazienti provenienti da circa 20 centri italiani e valuta due bracci sperimentali di trattamento (lurbinectedina da sola o in combinazione con irinotecan) rispetto a un braccio di controllo (topotecan o irinotecan) in pazienti con recidive. I centri di ricerca coinvolti includono l’Institut Gustave Roussy in Francia, l’Hospital universitario 12 De Octubre di Madrid, il Chuv University Hospital di Losanna, l’Università di Manchester e il Dana-Farber Cancer Institute di Boston.
I criteri di inclusione nello studio prevedono un’età di 18 anni o più, una diagnosi confermata di Sclc, una precedente linea di chemioterapia contenente platino con o senza anti-PD-(L)1 e un periodo di almeno un mese senza trattamento. I pazienti con metastasi al sistema nervoso centrale possono partecipare se sono stati sottoposti a trattamento precedentemente e sono radiologicamente stabili da almeno 4 settimane. Uno specifico comitato indipendente monitora l’avanzamento dello studio. I risultati finali, se positivi, porteranno all’approvazione definitiva negli Stati Uniti e potranno essere presentati all’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per l’approvazione nel continente europeo.
Lo studio condotto sui pazienti sopra i 65 anni si basa sulla constatazione che il tumore polmonare a piccole cellule recidivo è una malattia difficile da trattare e che un numero considerevole di pazienti appartiene a questa fascia di età, con fragilità associata e molteplici comorbilità. L’analisi confronta in particolare lo studio che ha portato all’approvazione accelerata della lurbinectedina come terapia di seconda linea per il Sclc metastatico secondo un regime di somministrazione ogni 3 settimane, con lo studio Atlantis che ha valutato la combinazione di lurbinectedina/doxorubicina come trattamento di seconda linea per il Sclc rispetto a un braccio di controllo con topotecan/Cav.
I risultati indicano che nella popolazione anziana, la lurbinectedina sembra essere superiore alla terapia standard in termini di efficacia (maggior tasso di risposta, durata della risposta e sopravvivenza globale) e sicurezza (minor incidenza di eventi avversi ematologici). Questi dati rafforzano il ruolo della lurbinectedina come opzione terapeutica per i pazienti over 65 con Sclc recidivo.


