La regione chiamata Clarion-Clipperton Zone (CCZ) è un’area molto vasta, grande due volte l’India. L’area è un potenziale hotspot minerario in cui diverse compagnie hanno ottenuto diritti per l’estrazione di minerali. Ma cosa si nasconde sotto la superficie di queste acque profonde? Per rispondere a questa domanda, un team di biologi ha deciso di esaminare la biodiversità della CCZ. Immaginate di viaggiare su una grande nave in mezzo all’oceano, affrontando tempeste imminenti e un’atmosfera mozzafiato. Questa è l’avventura che i ricercatori intraprendono quando esplorano la CCZ. Utilizzando diverse tecniche di campionamento, come veicoli telecomandati che esplorano il fondale marino o semplici scatole che atterrano sul fondo, i biologi raccolgono campioni da analizzare. Ciò che hanno scoperto è semplicemente sbalorditivo. Dalle loro ricerche, hanno identificato oltre 5.000 specie diverse nella CCZ, e l’incredibile è che circa l‘88% al 92% di queste specie è completamente nuovo per la scienza. Questo significa che si tratta di creature mai viste prima, che potrebbero nascondere segreti e informazioni preziose per la nostra comprensione del mondo marino.
Spugne che somigliano a lampadari e molte altre sorprese
Le specie più comuni trovate nella CCZ includono artropodi, vermi, echinodermi e spugne. Alcuni campioni sono così affascinanti che sembrano opere d’arte. Ad esempio, ci sono spugne che assomigliano a lampadari o sculture microscopiche, e altre che hanno una forma simile alle classiche spugne da bagno. Questi organismi offrono uno spettacolo di bellezza e diversità che lascia senza fiato. Tuttavia, l’estrazione mineraria nella CCZ rappresenta una minaccia per questa incredibile biodiversità. È quindi fondamentale aumentare gli sforzi di ricerca e collaborazione per comprendere meglio questi habitat poco studiati. I biologi sottolineano l’importanza di imparare di più sulle specie appena scoperte e sul modo in cui sono collegate all’ambiente circostante. Inoltre, è cruciale approfondire la biogeografia della regione per capire meglio perché alcune specie si concentrano in specifiche zone geologiche. “Mentre l’industria mineraria si avvicina, è di vitale importanza approfondire la conoscenza di questi habitat poco esplorati che ospitano una così vasta gamma di specie meravigliose“, afferma Muriel Rabone, ecologa delle profondità marine. Condividiamo la responsabilità di preservare e proteggere questa straordinaria biodiversità, perché solo comprendendo appieno ciò che si cela nelle acque profonde possiamo garantire un futuro sostenibile per l’Oceano Pacifico e tutte le sue creature affascinanti. L’articolo originale è stato pubblicato sulla rivista Current Biology e descrive una delle ultime frontiere inesplorate del nostro pianeta: le profondità marine. È un invito a scoprire il mistero che si nasconde sotto la superficie dell’oceano e a prendere coscienza dell’importanza di preservare le meraviglie che il nostro pianeta ci offre.