Cure sanitarie: viaggia per sette ore su un cammello per dare alla luce suo figlio

Nelle montagne rocciose del Nord-Est dello Yemen, una giovane madre di nome Mona ha affrontato un viaggio estenuante di sette ore sulla gobba di un cammello per raggiungere l’ospedale più vicino e dare alla luce il suo primogenito. Mona, di soli 19 anni, si è messa in viaggio appena le prime contrazioni hanno iniziato. La carenza di strutture sanitarie nello Yemen è un problema diffuso a causa della guerra civile in corso dal 2015. Nella provincia di Mahweet, l’ospedale Bani Saad rappresenta l’ultima struttura sanitaria rimasta per migliaia di donne nella zona. Mona, da Al-Maaqara, può raggiungerlo solo attraverso montagne pericolose in sella a un cammello o a piedi. Il percorso di 40 chilometri richiede normalmente quattro ore, ma a causa delle avverse condizioni meteorologiche e del dolore, Mona ha impiegato sette ore per raggiungere l’ospedale.

Il viaggio è stato estenuante sia fisicamente che mentalmente per Mona e suo marito. Le strade che collegano i villaggi all’ospedale sono strette, molte sono distrutte o bloccate a causa degli otto anni di guerra tra le forze filogovernative e il movimento ribelle Houthi. Mona non ricorda il momento in cui è arrivata in ospedale, ma ricorda di aver ritrovato la speranza quando ha sentito il pianto del suo bambino nelle mani degli ostetrici e dei chirurghi. La storia di Mona rappresenta le difficoltà che molte future madri affrontano nello Yemen. L’80% della popolazione dipende dagli aiuti umanitari, e molte donne muoiono durante il parto a causa di cause evitabili. Solo meno della metà dei parti è assistita da personale medico qualificato, e solo un terzo avviene in una struttura sanitaria.

Il sistema sanitario dello Yemen era già in difficoltà prima del conflitto, ma la guerra ha causato ulteriori danni agli ospedali e alle strade. Gli investimenti nelle infrastrutture sono fermi, e milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case. La storia di Mona simboleggia la resilienza delle madri yemenite che affrontano sfide simili ogni giorno. È cruciale che la comunità internazionale riconosca la gravità della crisi umanitaria in Yemen e intensifichi gli sforzi per fornire assistenza medica e umanitaria a coloro che ne hanno bisogno. Solo attraverso una risposta globale coordinata possiamo offrire un futuro migliore a Mona, a Jarrah e a tutti coloro che lottano per sopravvivere in queste circostanze estreme.

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