Per la prima volta sono stati allevati topi di laboratorio con un gene umano difettoso responsabile di una rara malattia genetica, chiamata iperplasia surrenale congenita. Il risultato, presentato al 25° Congresso Europeo di Endocrinologia (ad Istanbul), potrebbe aiutare a sviluppare nuove terapie per le persone affette dal tipo più comune di iperplasia* surrenale. L’iperplasia surrenale congenita (CAH) è un gruppo di condizioni ereditarie che colpisce circa 1 su 15.000 nascite. Nella forma più comune, chiamata deficit di 21-idrossilasi, le mutazioni nel gene CYP21A2 fanno sì che le ghiandole surrenali – una coppia di piccoli organi situati sopra i reni – producano bassi livelli di cortisolo e quantità eccessive di ormoni androgeni, come il testosterone. Questo porta a una pubertà precoce, a caratteristiche maschili nelle ragazze e a vari problemi di salute. Attualmente per il trattamento si ricorre alla terapia ormonale sostitutiva con steroidi, che però spesso può avere effetti collaterali dannosi. In questo studio, i ricercatori dell’Ospedale Universitario Carl Gustav Carus di Dresda, in Germania, hanno sostituito il gene Cyp21a1 nei topi con il gene umano CYP21A2 che è il gene portatore di una mutazione. Hanno scoperto che i topi geneticamente modificati, a 20 settimane di vita, presentavano un ingrossamento delle ghiandole surrenali mentre esprimevano il gene umano mutato. Inoltre, analogamente alla malattia umana, la mutazione causava nei topi maschi e femmine bassi livelli di corticosterone – il principale ormone dello stress nei topi, equivalente al cortisolo negli esseri umani – e altri squilibri ormonali.
Sebbene esistano modelli animali per l’iperplasia surrenalica congenita, questo è il primo a riprodurre la condizione umana nei topi e in grado di sopravvivere senza alcun trattamento. “I nostri topi imitano accuratamente i sintomi osservati nei pazienti umani“, ha dichiarato l’autore principale Shamini Ramkumar Thirumalasetty. “Per esempio, i topi mutanti di sesso femminile hanno anche problemi di fertilità, che riteniamo siano probabilmente dovuti agli squilibri ormonali innescati dall’iperplasia surrenale congenita“. Questo modello di topo permetterà ora al team di studiare i meccanismi della malattia e di trovare i trattamenti più efficaci. “Sebbene si stiano sviluppando nuovi trattamenti per ridurre al minimo gli effetti collaterali degli ormoni steroidei, questi farmaci mancano di modelli in vivo efficaci per i test pre-clinici“, ha dichiarato Thirumalasetty. “Il nostro topo può servire come modello eccellente per testare nuovi farmaci e opzioni di trattamento per i pazienti con iperplasia surrenale congenita, come le terapie a base di cellule staminali, e faciliterà il passaggio dalla ricerca di base alla clinica“.