Ogni volta che ci si guarda indietro, qualunque artista ammetterebbe che con le nuove consapevolezze e convinzioni maturate cambierebbe qualcosa del proprio prodotto, qualunque esso sia.
Lo ha recentemente dichiarato il game designer Hideo Kojima, ad esempio, sottolineando come voglia quasi evitare di giocare ai suoi vecchi titoli per non farsi prendere dal desiderio di rifarli in maniera diversa, ma per Takehiko Inoue questa convinzione ha assunto un aspetto decisamente inedito quando si è deciso a realizzare The First Slam Dunk.
The First Slam Dunk arriverà al cinema il 10 maggio in versione originale sottotitolata in italiano, e sarà disponibile dal 11 al 17 maggio in versione doppiata.
Il mangaka autore di uno degli shonen più amati di sempre negli ultimi 25 anni ha lasciato i milioni di fan che hanno amato Slam Dunk con un po’ di amaro in bocca, visto il finale del manga, e nemmeno le tavole di Slam Dunk: 10 days after sono bastate a rendere la pillola più dolce. Sembrava dunque naturale che Toshiyuki Matsui, producer di Toei Animation, tentasse di convincere il maestro Inoue a realizzare un film che continuasse da dove l’anime si era interrotto, che desse seguito al torneo invernale e al sogno di Hanamichi.
Nessuno immaginava però che da quella proposta, rifiutata, stesse per nascere uno dei film d’animazione più incredibili di sempre.
Uno stile unico
Takehiko Inoue è quello che si definirebbe un’artista intransigente. Dopo aver rifiutato la proposta di Toei di produrre un film sequel, il mangaka deve aver pensato nuovamente alla sua opera più di successo, a quei personaggi capaci di conquistare milioni di fan, a quella storia che era stata in grado di ispirare un intero movimento pro-basket in Giappone e non solo. Le innumerevoli lettere di apprezzamento, molto comuni in terra nipponica ed elemento di grande motivazione per molti autori, hanno sempre guidato il lavoro di Inoue e come lui stesso ha dichiarato hanno rappresentato una luce di speranza e orgoglio mentre muoveva i primi passi con Slam Dunk.
Proprio questo sentimento condiviso tra mangaka e fan, questa voglia di voler ancora vivere quel mondo, quei personaggi, quelle partite, che nella mente di Inoue hanno continuato a esistere e crescere, hanno spinto Inoue a tornare da Toei ben sei anni dopo per presentare il proprio progetto: una proposta diversa, in grado però di convincere Matsui a dedicarsi anima e corpo per riuscire a realizzarla, tanto da mettere in piedi un team che per cinque anni ha elaborato numerosi prototipi visual basati sull’uso del 3D-CGI, una tecnica di animazione in computer grafica 3D spesso usata per immagini in 2D.
Questo era lo snodo principale, l’ostacolo più grande da superare per trasformare un manga cult in un film che incarnasse la nuova visione del proprio mangaka: riuscire a trovare lo stile che vi rendesse giustizia, che riuscisse a unire un passato eccellente a un futuro ricco di nuove convinzioni e consapevolezze. Per fortuna, dopo cinque anni e investimenti economici fuori dal normale, Inoue accettò il terzo prototipo, un 3DCG misto a tavole disegnate a mano perfetto per ricreare con fedeltà i movimenti e le sequenze di gioco del basket, ma anche in grado di lasciare abbastanza spazio all’amata animazione 2D originale per le sezioni fuori dal campo.
Uno stile unico, quindi, realizzato senza badare a spese da amanti dell’opera originale e confermato con convinzione dall’autore stesso: le basi per un prodotto finale di tutto rispetto c’erano tutte. Anzi no, ne mancava una.
Takehiko Inoue, forever
Chi sa fare, sa capire, diceva Giovanni a Giacomo in “Chiedimi se sono felice“, e se c’è una persona che poteva capire cosa farne di questo progetto meglio di chiunque altro, quello era sicuramente Takehiko Inoue.
Da parte di Toei, lasciare al mangaka originale la libertà di scrivere e persino dirigere è stato indice sin da subito che l’obiettivo era regalare al mondo il film di Slam Dunk che si meritava. Da parte di Inoue, volersi fare carico di tale responsabilità ha dimostrato a tutti che il prodotto finale non avrebbe mai potuto ricevere più attenzione, nè avere più fedeltà con quell’opera originale rimasta nella storia.
Tornando poi a quanto scritto all’inizio ed esclusa la possibilità di un sequel, era ovvio aspettarsi che non si sarebbe trattato di un semplice remake. Oltre trent’anni dopo la pubblicazione del primo capitolo moltissimi di quei fan che lo hanno letto allora o recuperato successivamente sono oggi persone diverse, più mature: tutti conserviamo il ricordo di Akagi che cerca di far andare d’accordo Rukawa e Sakuragi, così come è indimenticabile la fatidica “rissa in palestra” che rappresenta il punto di svolta più importante del manga. Agli occhi dei fan, però, ma soprattutto a quelli di Inoue, Slam Dunk ha molto altro da dare, ancora oggi. Il mangaka stesso ha dichiarato che ha sempre sentito i personaggi continuare a vivere dentro di lui, ogni volta che li disegnava scopriva cose nuove, li rivedeva sotto una nuova luce.
The First Slam Dunk nasce e cresce con questo spirito, quello di dare ai protagonisti dell’opera originale una nuova chance, una nuova vetrina per esprimersi, per mostrare aspetti mai venuti alla luce seppur già presenti e altri invece nuovi, evoluti, nati negli anni da quelle nuove e maturate consapevolezze con cui un autore guarda a un suo prodotto finito dopo tanto tempo. Per questo Takehiko Inoue è l’unico che poteva scrivere e dirigere questo film. Lui e lo stile unico da lui scelto sono i due ingredienti essenziali che hanno potuto trasformare un manga cult in un film che solo in Giappone ha superato i 100 milioni di dollari al box office, battendo e di molto un mostro sacro come Avatar 2, e ha raccolto uguale successo anche in tutti gli altri Paesi d’Oriente in cui è già uscito..
Come la prima volta
Perché, dunque, The First Slam Dunk? Un punto cardine che ha guidato il lavoro di Toei e di Takehiko Inoue in questi oltre 10 anni di produzione è stato la volontà di rendere questo film un prodotto nuovo, inedito, che facesse sentire tutti i fan dell’opera originale come di fronte a Slam Dunk per la prima volta. Inoue voleva trasmettere di nuovo quelle stesse emozioni, a cavallo tra nostalgia e adrenalina, tra esaltazione e stupore, ma voleva anche che questo potesse essere il primo approccio al titolo per tanti nuovi spettatori, appassionati o meno di basket. Infine, voleva anche spostare il focus della narrazione dall’immenso talento grezzo di Hanamichi al vissuto di Ryota Miyagi, vero protagonista di The First Slam Dunk, che nel film racconta di come abbia imparato a convivere con e a superare il dolore di aver perso il fratello Sota.
Un totale cambio di prospettiva, che abbandona le buffe espressioni di Sakuragi e si dedica agli sguardi profondi e malinconici di Miyagi, un ragazzo dal carattere timido e riservato tipicamente relegato al ruolo di personaggio secondario, nei manga giapponesi. Una prospettiva che si mostra più calma e profonda di quanto l’anime ci abbia trasmesso, raccolta nei silenzi di molte inquadrature e dei flashback sul passato del playmaker dello Shohoku. Un nuovo modo di vedere e sentire Slam Dunk, dunque, un’esperienza inedita, come voleva Inoue, che per riuscirci ha persino volutamente rivoluzionato il cast dei doppiatori in lingua originale, proprio per marcare ancor di più questo nuovo punto di vista.
Il doppiaggio italiano di Slam Dunk viene ricordato come uno dei migliori mai visti nel nostro Paese e la notizia di nuove voci anche per il nostro pubblico ha scatenato reazioni contrastanti; tuttavia, nonostante chi scrive abbia adorato ogni singolo istante del manga in italiano, The First Slam Dunk non solo non risente di questo aspetto, ma conferma che la visione di Takehiko Inoue era corretta e questo ha una rilevanza ancora maggiore per l’Italia, che può vantare di essere il primo Paese europeo e dell’intero Occidente a ospitare il film al cinema.
Dall’autore di Slam Dunk e Vagabond, due dei manga più venduti e apprezzati di sempre, non ci si poteva aspettare di meno. Trasformare un manga di così grande successo in un film, però, non è mai cosa facile e l’impresa diventa ancora più ardua quando lo si fa cambiandone lo stile d’animazione, il protagonista e le voci originali.
Per questo The First Slam Dunk è destinato a essere ricordato come una delle trasposizioni cinematografiche migliori di sempre, una perla rara che solo la genialità del suo mangaka e l’arduo lavoro di Toei e il team che ci ha lavorato sono riusciti a confezionare per tutto il pubblico, sia per i fan di vecchia data che per i nuovi.
Perché non importa se non sapremo mai cosa sarebbe successo dopo quel torneo invernale e dove sarebbero arrivate le stelle della Shohoku, ciò che conta è stato il viaggio e poterlo rivivere come fosse la prima volta era il regalo più bello che Inoue potesse farci.
THE FIRST SLAM DUNK è in arrivo nei cinema italiani distribuito da Anime Factory, etichetta di Plaion Pictures, come evento di una settimana: il 10 maggio in anteprima in versione originale sottotitolata e dall’11 al 17 maggio in versione doppiata.