Harry Potter: ecco perché la serie tv reboot non era necessaria

Dopo tante voci di corridoio, tante informazioni da fonti affidabili e prime conferme ecco che HBO ha finalmente ufficializzato la prima serie tv dedicata al franchise di Harry Potter. Peccato che non sia le serie che tanto veniva sognata dai fan di lunga data del franchise. Nei prossimi anni, ancora senza una data d’uscita ufficiale, approderà nel catalogo di Max la serie tv reboot dell’intero franchise cinematografico di Harry Potter. Non si tratta di uno spin-off, né di un soft reboot, ma di un vero e proprio rifacimento dell’intera saga cinematografica in salsa serie tv. Una decisione, quella di Warner, che non ha precedenti e potrebbe dare il via libera a tante altre major per la realizzazione di reboot di altre saghe iconiche del passato. Tra chi non vedeva l’ora di vedere un qualsiasi prodotto seriale firmato Harry Potter e chi desidera tutto tranne che un reboot, ecco i motivi per cui la serie reboot di Harry Potter non era affatto necessaria. 

La saga cinematografica di Harry Potter è iconica

Tutti conosciamo i film di Harry Potter, persino chi non li ha mai visti ne ha per forza di cose sentito parlare. I romanzi di Harry Potter restano tutt’ora un successo globale e la saga cinematografica ha seguito la scia della serie letteraria. 

Il primo film ha fatto il suo esordio nel 2001 e già da un primo sguardo potevamo intuire che sarebbe stato un successo duraturo, forse però all’epoca non potevamo immaginare che la saga cinematografica avrebbe segnato una generazione e sarebbe entrata per sempre nella storia del cinema. Harry Potter non è solo una semplice serie di film ma è un prodotto che è entrato nella cultura internazionale forgiando intere generazioni. Stiamo parlando di una saga che tutt’ora continua a conquistare ed intrattenere sempre più pubblico. Non è un caso se canali in chiaro come Canale 5 o Italia 1 decidono di organizzare ogni anno la famosa e tanto attesa maratona di Harry Potter: ogni volta il numero di ascolti è da record. A cosa si deve ad oggi il successo di Harry Potter? Semplice, al fatto che la saga cinematografica è iconica, si tratta di un vero e proprio cult cinematografico. La seguente domanda sorge spontanea: se ci troviamo di fronte ad un cult del panorama fantasy perché dovrebbe essere necessario un reboot? In realtà non è affatto necessario, quello che è importante per Warner è la certezza di un ritorno sicuro dei propri investimenti; quindi, puntare su materiale dal forte richiamo rappresenta il giubbotto di salvataggio di cui hanno bisogno in questo momento. 

Nulla scalfirà nella nostra memoria i volti di quelli che possiamo ormai definire gli storici Harry, Ron ed Hermione ma riusciranno nuovi volti a sedimentarsi nella mente dello spettatore così come hanno fatto gli originali? Oppure verranno sempre e solo paragonati a chi prima di loro ha vestito i panni dell’iconico Golden Trio?

Purtroppo, o per fortuna, il paragone tra un prodotto iconico ed il suo remake è inevitabile e lo scontro sarà impari. Difficilmente i fan storici della saga resteranno soddisfatti dal nuovo prodotto live action che punta a prendere il posto del classico, considerato dalla major un prodotto ormai dato. Inutile nascondersi dietro un dito, Warner Bros ha dichiarato che la saga di Harry Potter sarà anche iconica ma necessita di una rispolverata. Siamo davvero sicuri? 

I film di Harry Potter sono ancora perfettamente attuali

Warner Bros ha scelto di annunciare la serie reboot di Harry Potter accampando come giustificazione per la sua messa in produzione la necessità di creare uno show in grado di forgiare una nuova generazione di spettatori, rendendo quindi tematiche, personaggi e stilemi narrativi dell’iconico franchise più attuali. Peccato che la saga cinematografica di Harry Potter sia perfettamente attuale. Non è un caso se i bambini di oggi si affezionano subito al piccolo mago con la cicatrice a forma di saetta sulla fronte. La storia di Harry Potter è un’avventura di crescita personale, di formazione ed il perfetto racconto dell’eroe che sarà attuale per sempre, senza necessità di aggiustamenti. Un bambino dei primi anni 2000 così un bambino d’oggi si identifica nel mago senza la necessità di sospendere la credibilità dell’opera. Le tematiche di Harry Potter sono universali e senza scadenza. L’amore verso la famiglia, il passato tormentato, l’essere emarginato ed oggetto di pregiudizi, oltre che capro espiratorio sono i temi portanti della saga che non passeranno mai di moda e verranno per forza di cose riproposti anche nella nuova serie firmata Max.

Se poi analizziamo il fatto che la saga cinematografica di Harry Potter è ambienta temporalmente negli anni ’90, la questione attualità non dovrebbe essere un problema. L’effetto vintage era presente sin dai primi anni 2000, col passare del tempo si è solo accentuato ma non è mai risultato un problema.

Sicuramente quello che Warner Bros voleva comunicare con la frase “necessità di attualizzare la saga” è riferito alle aggiunte o ai vari aggiustamenti e a favore del tanto discusso “politically correct”. Aspettatevi le introduzioni di personaggi che siano in grado di rappresentare più etnie e culture già a partire dal Golden Trio. Inoltre, non mi stupirei di vedere diverse storie LGBT all’interno della serie tv, a partire dalla backstory di Silente fino ad arrivare ad una potenziale relazione tra Sirius e Lupin. Non ci sarebbe nulla di male in queste aggiunte, sono però abbastanza certa che faranno parecchio discutere.

Serie tv reboot e saga cinematografica: due prodotti che narrano la stessa identica storia. L’effetto confusione è dietro l’angolo.

Harry Potter HBO serie TV

Oltre all’essere iconico del prodotto originale e di partenza, a complicare la strada a questa nuova versione della storia si aggiunge il fatto che dovrà replicare la narrazione degli eventi già visti. La serie che è stata appena annunciata da Warner Bros, non essendo uno spin-off ma un remake, ripercorrerà, pedissequamente o meno, gli eventi già narrati nella saga cinematografica. In sostanza ci troviamo di fronte ad un caso di prodotto replica dell’originale realizzato però, a differenza di tanti altri reboot, a breve distanza dal debutto della saga madre. Il rischio di confusione per le nuove generazioni è dietro l’angolo. In tanti crescendo si domanderanno se i due prodotti sono la stessa cosa oppure due storie diverse. A complicare le cose si aggiunge il fatto che alcuni simboli che rappresentano l’universo del mago più famoso del mondo sono difficilmente sostituibili. 

La stessa Warner Bros ha riconosciuto, già dal video annuncio della serie, che alcune cose non possono essere toccate e devono rimanere immutate. Per farvi solo alcuni esempi, potete tranquillamente notare da soli che il logo classico di Harry Potter non sarà modificato. Resterà lo stesso. Oltre a questo, si aggiunge la magnifica colonna sonora di John Williams, che, come abbiamo sentito nel breve video, pare non verrà modificata almeno nei suoi temi principali. Se da un lato la scelta di Warner si dimostra coscienziosa, dall’altro possiamo sottolineare che la confusione si paleserà con estrema facilità per i più piccini. 

Il problema J.K. Rowling 

jk-rowling Coronavirus

Nonostante l’entusiasmo che l’annuncio dello show potrebbe aver suscitato in molti, il problema che porta uno specifico nome e cognome resta: J.K. Rowling.

L’autrice della saga fantasy più famosa del mondo non è attualmente un esempio morale da seguire. J.K. Rowling si è resa protagonista di commenti transofobici sui suoi profili social e non ha mai rinnegato le parole da lei scritte e più volte ripetute. Molti dei fan di lunga data della Rowling dopo questi ultimi accadimenti hanno scelto di non supportare più l’autrice, evitando di acquistare nuove opere letterarie da lei scritte o qualsiasi merchandise legato al franchise di Harry Potter. Secondo alcuni, il non troppo brillante incasso al botteghino di Animali Fanatici I segreti di Silente sarebbe in parte imputabile alla condotta poco lusinghiera della Rowling. 

Se inizialmente Warner Bros sembrava essersi discostato dalla figura ormai problematica dell’autrice di Harry Potter (non è stata invitata alla premiere dell’ultimo film di Animali Fantastici ad esempio), complice anche la chiara presa di posizione di molti attori storici legati al franchise (Emma Watson, Daniel Radcliffe ecc..), ora la major ha fatto un passo indietro.

Inizialmente sembrava che l’autrice avrebbe avuto solo un ruolo marginale all’interno della nuova serie di Harry Potter, ora invece sappiamo che il suo coinvolgimento sarà più rilevante. J.K. Rowling può vantare un grandissimo controllo sui diritti della sua creatura letteraria e quindi non può in nessun caso essere estromessa dal tavolo delle trattative così come da quello dei lavori sul campo. L’autrice inglese fungerà da produttrice esecutiva per il nuovo show reboot di Harry Potter, non da showrunner o da sceneggiatrice ma avrà comunque grande controllo sull’opera finale. Possiamo sperare, visto come sono andate le cose nella saga di Animali Fantastici, che venga soltanto consultata e non le venga affidata troppo libertà di manovra. 

Ad ogni modo il problema resta: siamo sicuri che i fan che si sono espressi aspramente contro le pozioni di J.K. Rowling decideranno di visionare la nuova serie e non di boicottarla? Oppure ancora, alla luce della nuova immagine dell’autrice, il suo nuovo prodotto live action ne uscirà leggermente colpito?

La nuova traduzione di Harry Potter 

Harry Potter

Sappiamo che da anni in Italia è disponibile una nuova traduzione per i libri italiani di Harry Potter. Salani, casa editrice che detiene i diritti di traduzione in Italia per tutto il franchise di J.K. Rowling, anni fa ormai ha adeguato la traduzione della saga di Harry Potter alla versione originale U.K. Immaginatevi il panico e lo stupore iniziale. Pensate alle nuove generazioni che si approcciano al romanzo di Harry Potter con nuovi nomi per i personaggi e per le casate.

La nuova traduzione è a cura di Stefano Bartezzaghi che all’epoca aveva dichiarato: “All’inizio sembrava una bellissima storia per ragazzi; alla fine del settimo volume, era un’opera diversa, i cui personaggi erano cresciuti assieme ai loro lettori. Neville Paciock era il nome giusto per il ragazzino pasticcione dell’inizio, non certo per il coraggioso eroe del settimo volume, nonché futuro professore di Erbologia… Fare questi cambiamenti mi è perciò parso come restituire al testo qualcosa che gli era dovuto.” In questa nuova traduzione molti nomi dei personaggi, dei luoghi, degli oggetti e delle creature tornano ad essere quelli originali della versione inglese. Addio alle assonanze e benvenuta versione più autentica, puntale e coerente con l’opera madre. Peccato che Piton sia l’unico ad aver conservato il nome italiano e non aver preso il suo originale nome inglese di Snape. Ha fatto sicuramente discutere la scelta di cambiare il nome di una delle casate di Hogwarts: Tassorosso ora si chiama Tassofrasso, per rispettare il collegamento tra animale e colore della casata come avviene per tutte le altre. 

Premesso tutto ciò, vi invito a fare una riflessione: con l’arrivo della nuova serie tv l’adattamento italiano, in nome della tanto dichiarata necessità di creare un prodotto per le nuove generazioni, terrà conto della nuova traduzione e quindi sentiremo i nuovi personaggi dialogare tra di loro chiamandosi con i nuovi nomi? Il problema certamente non riguarda chi ha sempre fruito del franchise in lingua inglese ma se pensiamo alle nuove generazioni che cresceranno con questa nuova versione della storia possiamo aprire il dibattito. 

Tante altre serie ambientate nell’universo di Harry Potter potevano essere la scelta giusta 

mappa del malandrino

Dopo l’insuccesso della saga di Animali Fantastici non dovremmo essere troppo stupiti dal fato che Warner Bros Discovery abbia scelto di ritornare sulla materia d’origine. Purtroppo, i conti parlano e occorre soddisfare gli investitori. Peccato che tante altre serie tv erano molto attese dai fan e non avrebbero replicato una storia già vista e amata.

Per anni i fan di Harry Potter si sono battuti con video online, petizioni e tanto altro per vedere su schermo un film o una serie live action dedicata ai Malandrini. Il fan cast era già pronto e tutti concordavano sui volti prescelti per i ruoli dei quattro protagonisti: Ben Barnes per Sirius Black, Andrew Garfield per Remus Lupin, Aaron Taylor Johnson per James Potter e Dane DeHaan per Peter Minus, con l’aggiunta di Adam Driver per Severus Piton. Al momento forse questi attori sono troppo avanti con l’età per poter rivestire ora i ruoli tanto sognati in una serie a loro dedicata, forse però potrebbero interpretare questi personaggi nel nuovo show di Harry Potter. 

Altri progetti tanto desiderati e rumoreggiati erano la serie dedicata alle origini di Voldemort o quella con protagonisti i fondatori di Hogwarts. Entrambe non sarebbero affatto risultate banali e il materiale da cui attingere era già pronto. Così come sarebbe stato interessante assistere alla prima guerra magica contro il Signore Oscuro ed alla formazione del primo Ordine della Fenice, Chissà, magari in futuro Warner Bros desidererà di metterle in cantiere creando un vero e proprio universo condiviso incentrato sul mondo magico e non solo un franchise che dipende perennemente dalla figura di Harry Potter.

Via libera ai reboot 

La scelta di Warner Bros di associare nuovi volti alle figure iconiche del Golden Trio potrebbe segnare un passo importante nella storia dei franchise iconici. Harry Potter è il primo grande franchise che viene realmente rifatto da capo. Con Il Signore degli Anelli abbiamo assistito e stiamo assistendo a vari spin-off, così come per Hunger Games ma mai a reboot. Forse questa presa di posizione darà il via libera ad altre major per poter mettere mano sui prodotti originali e riproporli in salsa reboot. Speriamo che non succeda troppo presto. 

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