Una proposta di ricerca della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA) prevede l’utilizzo di una costellazione di interferometri spaziali per individuare le fluttuazioni del segnale gravitazionale di fondo emesso dalle onde gravitazionali.
Attualmente, le onde gravitazionali rilevate dai grandi interferometri a Terra, come LIGO, Virgo e KAGRA, sono solo un centinaio, e la maggior parte rimane indistinguibile poiché sommate insieme, creano un segnale di fondo piatto e diffuso, il cosiddetto fondo stocastico di onde gravitazionali. La costellazione proposta dalla SISSA comprende tre o quattro interferometri spaziali in orbita solare, che coprirebbero una distanza approssimativa tra la Terra e il Sole.
Gli interferometri spaziali hanno la capacità di distinguere le sorgenti di onde gravitazionali grazie alla loro maggiore risoluzione angolare. La costellazione proposta dalla SISSA può contribuire alla rivelazione di sottili fluttuazioni del segnale gravitazionale di fondo e fornire informazioni sulla distribuzione delle sorgenti di onde gravitazionali sulla scala cosmologica. La missione LISA dell’ESA, realizzata con l’ausilio dell’interferometria laser, include una costellazione di tre veicoli spaziali che volano lungo un’orbita eliocentrica simile alla Terra. Esistono anche due proposte di costellazioni di interferometri spaziali, una europea, il Big Bang Observatory (BBO), e una giapponese, il Deci-hertz Interferometer Gravitational-wave Observatory (DECIGO). La ricerca sull’interferometria spaziale continua a evolversi rapidamente e siamo entusiasti di vedere come questa tecnologia possa essere utilizzata in futuro per svelare i segreti dell’universo.