Le regioni hanno preparato una proposta di legge sulle assunzioni del personale sanitario straniero per riformare la normativa attuale, tenendo conto delle direttive europee e delle loro competenze costituzionali riguardanti la tutela della salute e l’organizzazione sanitaria. Sebbene l’emergenza Covid sia terminata da diversi mesi, molte delle norme introdotte per far fronte alla crisi sono state prorogate nel corso degli ultimi anni, compresa quella riguardante l’esercizio temporaneo di attività lavorativa da parte di professionisti sanitari con titoli conseguiti all’estero non ancora riconosciuti validi in Italia.
Questa misura, introdotta durante l’emergenza per fronteggiare la carenza di personale sanitario, consentiva l’assunzione temporanea di medici, infermieri, operatori sociosanitari, ecc. Conclusa l’emergenza, le Regioni stanno chiedendo un intervento per gestire al meglio il reclutamento di questi professionisti nel periodo post emergenza, adottando alcune linee di indirizzo. Sono state anche predisposte delle linee guida per le Regioni e le Province autonome che delineano un quadro generale per l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie o della qualifica di operatore sociosanitario.
Il “riconoscimento in deroga” è un atto rilasciato dalle Regioni e Province autonome che attesta il possesso dei requisiti per l’esercizio temporaneo delle predette qualifiche professionali, in deroga alle norme sul riconoscimento. L’atto in questione non sostituisce il riconoscimento del titolo di studio sanitario conseguito in un Paese comunitario o extracomunitario. Le Regioni e le Province autonome sono competenti per il rilascio dell’atto e l’ottenimento è preordinato all’impiego degli interessati presso le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate in caso di carenza di personale.