Hogwarts Legacy, parola ai doppiatori: tra una lunga lavorazione e la passione per Harry Potter

Hogwarts Legacy è stato interamente doppiato in italiano, per donare ai videogiocatori un’esperienza totale, in grado di lasciare ampio spazio all’esplorazione e sentirsi catapultati in un mondo a loro noto e confortevole.

Per andare a scovare qualche segreto riguardante il doppiaggio di Hogwarts Legacy ci siamo affidati a chi quel lavoro l’ha svolto, concentrandoci innanzitutto sul direttore del doppiaggio, Stefano Lucchelli, che ci ha raccontato in che modo ha scelto gli attori da coinvolgere anche come è andata avanti la produzione. Accanto a lui abbiamo coinvolto Stefano Oldani, voce del protagonista di sesso maschile, Elisa Giorgio, voce della protagonista di sesso femminile, e Federico Maggiore, la voce di Everett Clopton, il bulletto di Corvonero che ci sfiderà a una corsa con le nostre scope.

Due anni di lavorazione

Il lavoro di doppiaggio di Hogwarts Legacy è durato circa due anni, una lavorazione davvero intensa e di grande portata, condita da non pochi problemi, come ci racconta lo stesso Lucchelli: “Hogwarts Legacy è stato uno dei progetti che ci ha richiesto più tempo in assoluto, ma non tanto per la quantità di linee di dialogo totali implementate nel gioco (abbiamo lavorato su progetti con una quantità finale di parlato anche molto più grande), quanto per la lavorazione lunga e frammentaria. Lavorare senza avere a disposizione il prodotto finale nel nostro campo è la norma e quindi sappiamo come affrontarlo, ma in questo caso specifico la difficoltà maggiore è stata lavorare a cavallo della pandemia, iniziando prima e terminando dopo, con numerose modifiche, revisioni e cambiamenti rispetto al solito, sia sul fronte dello sviluppo che su quello della localizzazione. Del resto, ci siamo trovati ad affrontare una situazione mai vissuta prima, e quindi non è stato semplice mantenere una visione d’insieme”.

Un problema, quello temporale, che ha colpito inevitabilmente anche la scelta degli attori, che in questi due anni sono diventati più adulti, hanno potuto sentire il loro timbro vocale maturare e ritrovarsi a seguire un progetto durato davvero tanto. Da qui, quindi, anche la scelta degli attori operata dal direttore.

Stefano Lucchelli: “I protagonisti sono praticamente sempre soggetti a un casting tramite il quale noi proponiamo tre attori al cliente che poi sceglie a chi assegnare i ruoli, ma per la stragrande maggioranza di tutti gli altri personaggi del cast solitamente ci è data libertà di scelta. Ogni direttore ha i suoi metodi, ma io personalmente cerco sempre di cercare un equilibrio tra nuove leve e attori affermati, dando ovviamente i ruoli più importanti a chi ha più esperienza, ma permettendo a chi sta muovendo i primi passi di avere una prima occasione per dimostrare quanto vale”.

“Purtroppo, in questo caso specifico i personaggi hanno subito una continua evoluzione durante la lavorazione e così mi è capitato che alcuni personaggi venissero rimossi, altri che vedessero il loro quantitativo di battute ridursi o moltiplicarsi esponenzialmente, altri addirittura cambiare nome o sesso e alcuni attori sono stati sostituiti a causa del Covid, per problemi di salute o anche ri-registrati perché nel frattempo era cambiato l’attore di riferimento americano. Un esempio interessante è che durante la lavorazione una nostra attrice minorenne, scelta dal cliente proprio per la sua giovane età, ha fatto in tempo a diventare maggiorenne ed andare a votare per la prima volta!”

Andrea Oldani: “Ma sai che non mi ricordavo che fosse durata così tanto? Forse perché la parte più intensa della lavorazione è arrivata di recente, però non ho percepito tutta questa frammentazione. Ma la cosa che mi ha facilitato è stata sicuramente la familiarità col mondo di Hogwarts: anche nei momenti in cui la trama era in definizione e non avevo ben presente tutto il quadro, mi è sempre sembrato di muovermi con una certa sicurezza in quello che stavo interpretando, anche grazie a Stefano e tutto lo staff”.

Lo studio del franchise da parte degli attori

L’approccio a un titolo come Hogwarts Legacy richiede una grande attenzione al franchise di origine, a quell’universo creato da J. K. Rowling che può, in un solo attimo, far scattare una molla nel videogiocatore più accanito, pronto a far cadere la propria scure sull’adattamento.

Stefano Lucchelli: “Pur sapendo dell’importanza del franchise, io non mi aspettavo che l’hype intorno a questo gioco sarebbe stato così grande e quando è stato annunciato, vista la reazione del pubblico mi è venuta non poca paura… Mi ritengo abbastanza un nerd (più un otaku, in realtà), ma nel caso specifico di Harry Potter, pur avendo letto tutti i libri e visto tutti i film, non sono mai stato un fan sfegatato… non si può essere appassionati di tutto. Ma quando non si è appassionati in prima linea, penso sia fondamentale farsi aiutare e accettare i consigli di chi invece lo è. Da un punto di vista prettamente professionale, quando abbiamo a che fare con questo tipo di prodotti e la traduzione dei testi è affidata a noi (cosa non scontata), ci assicuriamo sempre di avere dei traduttori che siano informati a 360 gradi sul prodotto, inoltre il cliente solitamente ci fornisce un glossario per aiutarci a non sbagliare la terminologia”.

“Se abbiamo dubbi (cosa tutt’altro che rara), possiamo rivolgerci al nostro Product Manager, ovvero il responsabile del progetto, che ha sempre un canale diretto col cliente stesso e al quale chiedere di sciogliere qualsivoglia dubbio. Per quanto riguarda me, per una scelta prettamente mia e personale, in casi come questi cerco sempre di contornarmi di collaboratori che amino il prodotto o il franchise in questione perché questo è sempre un enorme aiuto, infatti non penso sia un caso che a vincere il ruolo di protagonisti tra gli attori che ho proposto siano stati Elisa Giorgio e Andrea Oldani, ben noti nell’ambiente per la loro passione per Harry Potter (Elisa è spesso venuta ai turni portando la bacchetta di Silente mentre Andrea ha addirittura giocato per anni nella squadra babbana di Quidditch), ma oltre a loro anche il mio assistente e braccio destro alla direzione Luca Airaghi e il fonico di registrazione Marco Campanella sono stati di enorme supporto con il loro amore verso l’universo di Hogwarts”.

Elisa Giorgio: “Sono molto, molto fan di Harry Potter, una Potterhead in piena regola dal 1998 con l’uscita della Pietra Filosofale. Ho seguito la saga per lunghi anni crescendo con lei, prima con i libri e poi con i film (visti ripetutamente…) e andando a visitare luoghi di “culto” per così dire – vale a dire i WB Studios a Londra, il Ballo del Ceppo a Milano, e spero tanti altri in futuro. Si può quindi immaginare la mia sensazione all’idea di dare voce al personaggio principale di Hogwarts Legacy, con l’idea di rivivere in prima persona le mura di quel castello e la gioia di aiutare anche altri a rievocarlo tramite l’esperienza di gioco. Soddisfacente sicuramente, ma anche magico”.

“Per quanto riguarda il personaggio, il “vantaggio” di doppiarne uno che non ha reference o un carattere definito, è di poter avere abbastanza campo libero: questo non significa fargli fare ciò che si vuole, ma che nemmeno è necessario seguire canali di interpretazione precisi. Per lo stesso motivo, può esserci la difficoltà nel muovere la voce di un personaggio che di base è “neutro” per renderla più dinamica e piacevole, ma in cuffia abbiamo sempre la reference originale a cui attenerci, che nella neutralità aveva i classici picchi contestuali alle scene e che dunque ci consentiva di giocare un po’. Con tutti questi aspetti sommati insieme, prima o poi la chiave si è trovata!”.

“La bacchetta che ho portato in sala era quella di Sambuco di Albus Silente (regalo di compleanno del mio compagno, per farvi capire…!) e la portai per una duplice funzione: portafortuna, ma anche come aiuto e incentivo alla recitazione. In quella sessione erano previsti gli incantesimi del gioco da lanciare, con forza sempre crescente, e farlo con una bacchetta in mano usata proprio come fosse vera mi ha dato un notevole sprint in più! E forse per un effetto psicologico, mi sono stancata di meno (anche se dopo il decimo Expelliarmus, ecco, un caffè sì…)”

Andrea Oldani: “Faccio parte di quella generazione che si è accorta dei libri di Harry Potter quando ancora non esistevano i film, e ho avuto la fortuna di potermici immergere e costruirmi un immaginario magico ancora prima di essere influenzato dalla rappresentazione filmica della Warner e di Chris Columbus. Mi ricordo ancora le notti passate sveglio a leggere “Il calice di fuoco”. Avevo la stessa età dei protagonisti, e col tempo ci sono letteralmente cresciuto. Negli anni il mio rapporto col mondo di J.K. Rowling è cambiato e forse si è raffreddato un pochino, ma trovarmi convocato per interpretare un videogioco ambientato a Hogwarts, lanciare incantesimi a voce alta e citare tutte quelle nomenclature e formule che conoscevo da sempre è stato veramente emozionante e per certi versi, un po’ come per il buon Harry, è stato come “tornare a casa””.

“Mi sono reso conto che per le ultime generazioni, ma soprattutto per la mia, Harry Potter è qualcosa che ci è rimasto letteralmente nel sangue: te ne accorgevi anche solo dal fatto che tutti noi doppiatori più “giovani”, a differenza di quelli con più anni sulle spalle e quindi meno esperti in materia, non avevamo neppure bisogno che ci spiegassero come pronunciare le varie creature, formule, luoghi… li conoscevamo già. Paradossalmente anche il fatto di aver interpretato un personaggio customizzabile, e quindi un “foglio bianco”, ha aiutato un sacco l’immersività: mi sono sentito veramente come se io stesso avessi l’immensa fortuna di entrare a Hogwarts e viverci di persona nuove avventure”.

Federico Maggiore: “Con Harry Potter è stato amore a prima lettura, con il primo libro quando ero giovanissimo. Ero talmente bramoso di vedere i film al cinema che ero disposto ad andare anche da solo, se qualcuno non voleva accompagnarmi. Li ho riletti anche di recente in digitale, proprio per il gusto di tornare in quel mondo magico, ma tutto dopo aver lavorato a Hogwarts Legacy, che è stata un po’ la miccia che ha fatto rinascere la passione. Ho persino organizzato una festa a tema nella biblioteca di mia sorella, inscenando la cerimonia di smistamento col Cappello Parlante!”.

Parlando sempre di protagonisti, invece, sorge la domanda riguardante la continuità degli attori che si sono ritrovati a vestire i panni di personaggi che nell’universo cinematografico di Harry Potter erano presenti.

Stefano Lucchelli: “La continuità è ovviamente molto importante e se possibile si cerca sempre di mantenerla, ma le variabili in questi casi sono molte. In The Last Of Us è stata mantenuta solo una parte del cast, e la scelta può avere molte validissime ragioni. Nel nostro caso specifico, se avessimo avuto dei ruoli ricorrenti dai film molto sostanziosi e preponderanti nell’economia narrativa di Hogwarts Legacy, avremmo sicuramente sottoposto al vaglio del cliente l’opportunità di chiamare i doppiatori ufficiali delle pellicole.”.

“Tuttavia, in realtà questi personaggi sono davvero pochissimi e con parti molto ridotte, non sufficienti a giustificare il casting della “voce ufficiale”. Mi sono posto il problema su Nick Quasi-Senza-Testa, che nei film è doppiato dal compianto Dario Penne (venuto a mancare proprio pochi giorni fa) e mi resi conto che la presenza del fantasma nei film era talmente ridotta da ridursi a sole poche righe. Pix invece nei film non compare mai e quindi andava castato da zero: me lo sono arrogato; infatti, Pix in Hogwarts Legacy ha la mia fastidiosissima voce”.

Curiosità di scena necessaria, perché oltre alla bacchetta di Elisa c’è da segnalare anche un’attività sportiva non da poco conto di Andrea, che ha vestito i panni del giocatore di Quidditch.

Andrea Oldani: “Non lo nego! Ho contribuito a fondare e per oltre otto anni ho giocato nella squadra milanese di quidditch, i Milano Meneghins. Per un periodo sono stato anche presidente dell’associazione sportiva a capo della squadra, e ho fatto anche da coach di quidditch a un camp estivo! Nella realtà “babbana”, al di là delle facili battute (non ricordo le volte in cui ci hanno rivolto il classico “ma volate?”), è uno sport vero e piuttosto duro, solo ispirato a quello dei maghi, un misto di rugby, dodgeball e pallamano, con caratteristiche molto fighe quali squadre miste senza separazione dei generi e diversi ruoli che permettono a chiunque, qualunque siano le sue caratteristiche fisiche o atletiche, di trovare il proprio posto”.

“Per anni è stata per me una vera e propria famiglia che mi ha fatto rivedere il mio rapporto con lo sport (da sempre pessimo… grazie, calcio, e grazie, educazione fisica a scuola!) e stringere amicizie importantissime in tutta Italia (e a volte nel mondo) che ancora oggi resistono. Trovate informazioni, se interessati, sulle pagine social di Italia Quidditch. Ho rosicato non poco quando ho scoperto che il Quidditch non sarebbe stato incluso in Hogwarts Legacy. Le poche cose che ho pronunciato relative allo sport dei maghi le sentivo come familiarissime, erano davvero roba mia!”.

L’importanza dei ruoli in Hogwarts Legacy

Doppiare un videogioco è un lavoro corale, che non si può fermare solo al doppiatore, ma che coinvolge anche tante altre figure che spesso vengono nascoste e restano dietro le quinte. È il caso dello stesso Stefano, al quale però abbiamo chiesto di raccontarci il funzionamento della macchina.

Stefano Lucchelli: “C’è il responsabile del progetto che gestisce e organizza il materiale ricevuto dal cliente, i traduttori che devono mantenere coerenza sia col testo originale che tra di loro, gli adattatori che devono barcamenarsi tra il rispettare le richieste di traduzione e le necessità attoriali in sala, i fonici che devono venire a patti tra le richieste tecniche del cliente, spesso molto specifiche e complicate da realizzare, e poi noi direttori che dobbiamo scegliere gli attori più adatti ai ruoli, avere una visione d’insieme più precisa possibile che l’attore non può avere e con questa guidarli sia tecnicamente che interpretativamente… insomma, la solidità di tutta la squadra è davvero fondamentale per sentire gli stessi attori funzionare alla perfezione in un prodotto ed evitare che poi in un altro risultino scollati e innaturali”.

Federico Maggiore: “Quando Stefano mi ha contattato il progetto si chiamava ancora Phoenix, c’erano stati dei leak di Hogwarts Legacy, ma non pensavo fosse già in lavorazione. D’altronde se si parla di doppiaggio significa che c’è un’ottima base da cui partire. Non sapevo molto di Everett, se non il nome, ma Stefano mi diceva che alcuni doppiatori erano stati contattati per personaggi importanti, salvo poi essere tagliati dal cliente. Altri, come il mio, si sono rivelati importanti: attualmente non possiamo dire che Everett abbia molto spazio nell’avventura, ma io ho registrato circa 600 battute, a spezzoni. Ho iniziato nel 2020 e a metà del 2021 il mio personaggio ha avuto un boost importante con un grande numero di battute”.

“Stefano me lo aveva presentato come un Corvonero che si sente un Tassorosso, perché ha un comportamento diverso dal solito, tende molto a scherzare, dentro di lui ci sono i gemelli Weasley a tutti gli effetti, ma è un personaggio che ha una sua intelligenza, vivacità mentale, ma su quello è difficile comprenderlo dalle battute, dato che procediamo in maniera molto spedita. Sono curioso di vedere come sarà in gioco, perché io mi reputo un Corvonero e il legame è stato forte, ma non avevo una reference: ho atteso la pubblicazione del personaggio su Twitter per capire che volto avesse. Avevo comunque individuato dai trailer chi fosse, dato che sapevo fosse il companion dei Corvonero, ma visto quanto ho registrato penso ci possa essere qualche DLC che ne aumenterà lo spazio, a meno che non abbiano deciso di tagliare molto di quanto registrato”.

Elisa Giorgio: “La lavorazione è stata lunghissima e molto “sentita”. Io personalmente ne ero contenta poiché, anche per i motivi detti prima, il doppiaggio di questo gioco era solo motivo di giubilo! E ogni volta che iniziavamo una nuova sessione, Stefano e tutto lo staff coinvolto mi aiutavano a rientrare nei panni dell’avatar femminile facendomi ascoltare vecchie frasi e scene, o anche guardando assieme i trailer del gioco quando furono ufficialmente pubblicati online; quindi, a prescindere dai tempi dilatati si riusciva a riprendere il controllo. Indubbiamente, senza un lavoro di squadra sarebbe stata una prova molto diversa”.

Stefano Lucchelli: “Il doppiaggio di Hogwarts Legacy è stato accolto davvero bene (molto più di quanto mi sarei aspettato, a essere sincero), ma ci sono moltissime cose che col senno di poi aggiusterei o rifarei… ma direi che questa è semplice ossessione di un direttore che cerca sempre di imparare e migliorare!”.

Ai doppiatori non si chiede mai di scegliere un personaggio a discapito di un altro, ma ci siamo concessi una domanda di chiusura per capire quanto Hogwarts Legacy abbia inciso sulla carriera degli intervistati.

Elisa Giorgio: “Colloco quest’esperienza nella mia top3, assolutamente sì! Nell’esperienza, per come l’ho vissuta io, non è stata determinante la lunghezza del progetto né la neutralità del personaggio, quanto piuttosto il significato e l’importanza che ho (abbiamo) attribuito a questo prodotto: un’avventura, una magia, il ritorno a Hogwarts dopo tanti anni diventandone parte integrante, ritrovare i fantasmi dei libri, i luoghi che tutti ricordiamo, pronunciare gli incantesimi come se venissero da noi. E poi, il grande impatto emotivo e culturale che questo gioco ha e avrà nel mondo. Tutto ciò è il motivo per cui quest’esperienza si annovera tra le più importanti, e ringrazierò sempre Stefano, Federica e tutto lo staff per questo!”.

Federico Maggiore: “Insieme a The Wardrobe e Detective Gallo, che mi hanno molto divertito per il tono scanzonato e per il fatto che erano entrambe produzioni italiane, Hogwarts Legacy è sicuramente tra le mie top 3 esperienze, per il legame affettivo nei confronti della saga, ma anche per essermi sentito parte di un progetto davvero enorme”.

Andrea Oldani: “Probabilmente mi sono allargato prima e quindi potete ben intuire la mia risposta… Assolutamente sì, sono molto affezionato a Hogwarts Legacy, non vedevo l’ora che uscisse, e mi ha emozionato tantissimo vedere amici o amiche che non sentivo da tanto scrivermi per sapere se ero io la voce presente nel gioco e per farmi i complimenti. L’avventura a Hogwarts è qualcosa di estremamente privato, in cui tutti vogliono immergersi in prima persona, ed è stata una responsabilità e un onore essere il filtro principale di tutto il pubblico italiano che ha scelto o sceglierà di utilizzare la mia voce, piuttosto che quella della mia collega (in gambissima) Elisa Giorgio. Tra l’altro il gioco, da quel che ho potuto vedere, è fighissimo!”.

Hogwarts Legacy 2 sarebbe già in sviluppo
Hogwarts Legacy 2 sarebbe già in sviluppo
Hogwarts Legacy è ora in sconto del 30% su Steam, vediamo il prezzo
Hogwarts Legacy è ora in sconto del 30% su Steam, vediamo il prezzo
Hogwarts Legcy 2 già in sviluppo? Indizi da un annuncio di lavoro
Hogwarts Legcy 2 già in sviluppo? Indizi da un annuncio di lavoro
Hogwarts Legacy è il gioco più venduto in Europa nella prima metà del 2023
Hogwarts Legacy è il gioco più venduto in Europa nella prima metà del 2023
PlayStation Store: Hogwarts Legacy è l'Offerta della Settimana
PlayStation Store: Hogwarts Legacy è l'Offerta della Settimana
Hogwarts Legacy avrebbe dovuto includere anche un Sistema morale e la Coppa delle Case
Hogwarts Legacy avrebbe dovuto includere anche un Sistema morale e la Coppa delle Case
Hogwarts Legacy: la patch 1.06 introduce la modalità per aracnofobici
Hogwarts Legacy: la patch 1.06 introduce la modalità per aracnofobici