La commissaria Ue per la stabilità finanziaria Mairead McGuinness ha convocato un incontro a Bruxelles il 2 marzo sul tema degli incentivi, con l’obiettivo di analizzare le esperienze finora fatte nell’Eurozona e valutare la loro applicabilità su vasta scala, nel contesto della strategia di investimento al dettaglio. L’organismo comunitario sta lavorando da tempo a una proposta che vieterebbe le retrocessioni pagate dalle case prodotto ai distributori. Se la proposta venisse approvata, tutti i consulenti che operano nel territorio comunitario sarebbero pagati solo dai propri clienti per il servizio offerto di advisory.
Tale evoluzione, volta a garantire trasparenza e allineamento degli interessi, potrebbe tuttavia lasciare senza consulenza una vasta schiera di risparmiatori, che rischierebbero di fare scelte poco ponderate per i propri patrimoni. Attualmente, solo il 26% degli investitori si affida a validi professionisti della consulenza, mentre gli altri optano per informarsi sul web o tramite conoscenti, come rilevato dalla Consob. Inoltre, due italiani su tre non hanno una chiara comprensione dei costi associati ai prodotti sui quali investono, secondo l’autorità di controllo sui mercati finanziari.
La riunione partirà dall’analisi del rapporto Kantar, il quale mostra che la direttiva Mifid 2 non ha garantito un’informativa chiara e completa sui costi relativi ai prodotti finanziari per i piccoli investitori. Il rapporto esamina anche l’eliminazione degli incentivi nel Regno Unito e nei Paesi Bassi, evidenziando come sia difficile trovare un equilibrio che soddisfi gli interessi dei risparmiatori. Probabilmente si arriverà ad un compromesso che preservi sia il modello della cosiddetta “consulenza indipendente” che quello delle retrocessioni, ma con un maggiore obbligo informativo per coloro che scelgono la seconda opzione. Austria e Germania si stanno muovendo in questa direzione con una proposta che prevede, tra le altre cose, l’introduzione di una valutazione periodica della compatibilità dell’intero portafoglio (non solo per singole operazioni), al fine di monitorare l’andamento del patrimonio nel tempo.
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